Siete pazzi! Dove vi avviate?! Da Cervinara è impossibile muoversi. Arrivare e tornare da Avellino è praticamente impossibile. Nevica. NE-VI-CA!
La sorella di Tonino era l'unica a mantenere un minimo di lucidità. Noi eravamo totalmente indifferenti agli inviti alla calma, dopo un'intera nottata passata tra litri di vino e tanta passione per l'Avellino e la Magica Curva Sud Irpina.
E' nato il nostro gruppo. Il Cervinara Clan ora ha il suo striscione, rigorosamente fatto a mano. Nulla può fermarci. Siamo Lupi!
Il primo gruppo ultras caudino al seguito dei Lupi fu la sezione dei Green Dragons nel 1994/95. Il sodalizio con i GD durò qualche stagione, poi la Sezione si sciolse, ma restò in piedi il manipolo di Ultras e di tifosi Biancoverdi Caudini. Dalla Valle partiva, da sempre, una carovana di auto in direzione Stadio Partenio. Tutti i Lupi Caudini di Cervinara, San Martino, Roccabascerana e Rotondi si ritrovavano in Curva Sud ed in trasferta, mantenendo ottimi rapporti, nonostante il campanilismo interno al Popolo Caudino, a dire il vero molto smorzato nel versante Irpino.
L'Amore verso la Maglia BiancoVerde ha sempre caratterizzato migliaia di Caudini, amanti del buon calcio e dei Lupi. I circoli dedicati agli appassionati dell'Avellino erano distribuiti capillarmente negli anni Ottanta della Serie A. Club Lupi a San Martino, Rotondi, Roccabascerana e Cervinara, quest'ultimo dedicato a Salvatore Di Somma. Con la retrocessione in serie B l'affluenza verso il capoluogo di Provincia iniziò a calare, mentre cresceva di pari passo una generazione di giovani Ultras, cresciuti nelle Curve della massima serie. La retrocessione in serie C, paradossalmente, rafforzò il legame tra i Vecchi e Nuovi Lupi Irpini Caudini, che ostinatamente continuavano a seguire quei Colori anche contro il neopromosso Marsala o in trasferta al Tre Fontane di Roma contro la Lodigiani.
La stagione 2000/01 della Curva Sud Avellino fu molto importante perché finì la durissima contestazione verso il Commendatore Antonio Sibilia. In estate Don Antonio aveva venduto la società alla strana coppia "Puxxxese - Aliberti" capace di raggiungere gli spareggi per la promozione in Serie B. La Piazza Irpina era tornata in massa allo stadio. Da tutta la Provincia e dalla Valle s'era riacceso l'entusiasmo dopo stagioni anonime, ma lo Zoccolo Duro dei Lupi Cervinaresi non aveva mai mollato.
Durante quella stagione il gruppo era nato da sé, ma si sentiva la necessità di agire in autonomia dai tanti tifosi. Vivere la partita da Ultras era ben diverso dall'atteggiamento del tifoso occasionale, legato ai risultati del momento. Inoltre, c'era la voglia di ricordare Salvatore, uno dei fondatori del GD Cervinara, volato nella Curva Paradiso a soli diciotto anni.
Il nome scelto parlava chiaro CERVINARA CLAN, attaccamento al territorio e stile.
La Cervinara Ultras, figlia della Sud, aspettava quel 14 aprile 2001 per mille motivi.
Era stato rispolverato il vecchio striscione in un paio di trasferte il 20 gennaio al Flaminio di Roma e il 18 marzo Del Duca di Ascoli. I tempi erano maturi per dare vita a qualcosa di nuovo, militante e costante.
La sera prima era tutto pronto. Faceva freddo ed eravamo pronti a partire pure con la pioggia ed il vento. Seguire l'Avellino significava sacrificio, passione, amore e follia per sostenere l'Undici in campo e dare lustro al Movimento Ultras. Quando iniziò a nevicare la situazione divenne scomoda. Settanta chilometri tra mille curve in una bufera di neve da far impressionare sia gli eschimesi, sia i siberiani.
Non gli Ultras dell'Avellino. Il Clan partì per appendere lo striscione in Pvc "grattato" in qualche festa di paese, sotto a qualche palco, proprio dal nostro fratello Totore. Quel "pezzo di pivviccì" aveva per noi un significato unico, profondo.
Il ghiaccio? La neve? La bufera? Il vento? Il gelo? O'Fridd? Il Cervinara Clan? Presente.
La delegazione Ultras riuscì ad appendere striscione nuovo di zecca e pezza con tanto di Tricolore, con rifinitura medievale. L'Avellino scese in campo in occasione della trentesima giornata del girone B della gloriosa Serie C1 contro la modestissima Vis Pesaro. Per il Clan cambiava poco. Fermana, Inter, Napoli o Nola. Noi siamo l'Unione Sportiva Avellino 1912, fieri del nostro passato in serie A, ma pronti a tutto per difendere l'onore del Cervinara Clan nell'inferno della Terza serie.
Fin dal principio l'aggregazione giovanile, scanzonata e goliardica era una caratteristica del Nucleo. Tra l'altro la presenza di ragazzi non proprio Cervinaresi non fu un problema, anzi rafforzava l'unità del branco. Con il tempo il CLAN si aprì ai ragazzi di San Martino e Rotondi, spesso in prima linea, spalla a spalla ad esultare, a cantare e negli interminabili viaggi in giro in ogni stadio della Penisola delle Gradinate.
Per assurdo gli stessi nei derbies Caudini, tra Audax e Polisportiva, facevano scoppiare il finimondo tra le opposte fazioni di Graunari e Martinari. L'Avellino univa dal basso...e nei bar. Il gruppo ostentava materiale, sciarpe, adesivi, tessere, ma sempre solo per chi se lo meritava. Chi milita, merita.
Per la cronaca quel 14 aprile la partita venne, giustamente, sospesa dopo neppure una ventina di minuti. Attaccare e staccare uno striscione e uno stendardo con le dita congelate fu un'impresa epica. Al ritorno per festeggiare la prima piccola grande vittoria il Cervinara Clan esultò così:
Da quel giorno e fino al 4 settembre 2009 il gruppo ha girato l'Italia, con stile, scrivendo pagine importanti in una controcultura che fa invidia al mondo intero. Ne parleremo prossimamente...
ULTRAS LIBERI!
AVGVRIRPINI
Cervinara Clan!
Scritto da uno dei Tre Benzinai
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