Il primo documento dell'inchiesta Mediocritas, approfondimento storico sull'Oro Verde del Partenio, è un allegato alla duecentododicesima seduta dell'Assemblea Costituente del 9 settembre 1947. All'interno della sezione "Risposte scritte ad interrogazioni" troviamo, a pagina 838, quella firmata dagli Onorevoli Vinciguerra e Preziosi dall'eloquente titolo:
Tutela del patrimonio morale e demaniale nel Comune di Cervinara.
L'attacco era diretto a Pasquale Clemente, la punta di diamante della Democrazia Cristiana locale. Il Sindaco notaio, durante il primo mandato, dovette affrontare questo caso spigoloso, talmente delicato da finire tra le mani dell'Onorevole Mario Scelba, allora Ministro degli Interni e dell'Onorevole Antonio Segni, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.
Don Pasquale Clemente, indossò per la prima volta, in Piazza Trescine, la Fascia Tricolore nel 1946. Il futuro Senatore della Repubblica, Presidente del Consorzio Idrico dell’Alto Calore e Consigliere della Provincia di Avellino, subì un duro attacco da due deputati irpini, eletti anche loro il 2 giugno 1946 per partecipare all'Assemblea Costituente.
Quel giorno andò in scena il ritorno alla cabina elettorale per scegliere (sic!) se restare con la Monarchia o tuffarsi nell'avventura Repubblicana. Le elettrici e gli elettori votarono nella XXXIV circoscrizione, Avellino e Salerno, anche i componenti dell'Assemblea che doveva redigere la nuova carta costituzionale. Un documento condizionato, sfacciatamente, dalle fortissime pressioni degli Alleati vincitori. A Yalta si divisero l'Europa, prima della fine del conflitto bellico e "poco" prima di dar vita ad una guerra tra ex Alleati, definita fredda per l'assenza di scontri frontali tra le due superpotenze.
Uno scenario internazionale che si rifletteva anche nei piccoli centri, passando dalle Federazioni Provinciali fino ad arrivare a Roma. L'Unità antifascista, semmai esistita, era già finita. La guerriglia democratica tra Rossi, filosovietici, e Scudocrociati, filoangloamericani, poteva aver luogo.
Lo Schiaffo 321 pubblica l'attacco che scatenò una delle tante le scaramucce tra il Don Camillo ed il Peppone del Lato manco.
Costantino Preziosi ed Ireneo Vinciguerra, militavano rispettivamente con il Partito Democratico del lavoro e con il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria. Sferrarono un colpo, a quattro mani, portando avanti le istanze nate in seno alla focosa ala socialista riformista locale. La profonda spaccatura tra socialisti e democristiani, o meglio tra O' Barone Rosso Carlo De Bellis e don Pasquale Clemente, non nasce da questa interrogazione parlamentare. Le diatribe tra opposte fazioni furono costanti e questo atto rappresenta solo uno dei tanti "ricorsi" lanciati dalla Sinistra, tutti caduti nel vuoto.
Buona lettura.
Vinciguerra, Preziosi.
Ai Ministri dell’Interno e dell’Agricoltura e foreste.
«Per conoscere quali provvedimenti intendono adottare a tutela del patrimonio morale e demaniale nel comune di Cervinara, in provincia di Avellino, dolorosamente manomesso, ed a tutela dell’ordine pubblico, gravemente minacciato, per il che essi sin d’ora declinano ogni responsabilità.
E ciò in considerazione: che il comune di Cervinara, paese di oltre 10 mila abitanti della Valle Caudina, capoluogo di mandamento, ha un patrimonio boschivo di circa 300 ettari di terreno, ceduo castagnale, da cui ricavava i maggiori fondi per la integrazione del suo bilancio; che, frattanto, la nuova Amministrazione comunale, allo scopo di propiziarsi la clientela elettorale, nonché per altri inconfessabili fini, ha consentito la usurpazione delle sezioni boschive da parte di affiliati al suo partito, compresi stretti parenti del sindaco, i quali tutti, già ricchi proprietari e commercianti, hanno proceduto al taglio e trafugamento degli alberi ed hanno occupato il terreno, con un danno accertato di oltre trecento milioni; che, per ciò solo, è venuto meno al comune il più cospicuo cespite di entrata, necessaria per fronteggiare i pubblici servizi e il pagamento degli stipendi agli impiegati;
- che, d’altronde, non sono floride le condizioni economiche del comune, abbisognevole di inderogabili e urgenti opere pubbliche. malgrado l'esoso e partigiano inasprimento dei tributi;
- che l’abusivo procedere del sindaco e della civica Amministrazione di Cervinara fu debitamente varie volte denunziato al prefetto di Avellino, nonché ai Ministri dell'interno e dell'agricoltura e foreste, con atti persino notificati, a garanzia dell'effettivo recapito, a mezzo di ufficiale giudiziario, ma nessun provvedimento è intervenuto: che il sindaco, già antemarcia, Marcia su Roma, squadrista, componente della Squadra d'azione Gabriele d'Annunzio, sciarpa Littorio, segretario e commissario dei Fasci, complicato in delitto fascista nel 1924, al tempo dell'eccidio di Matteotti, e assolto per l'amnistia fascista, di cui al Regio Decreto, 31 luglio 1925, n. 1277, intimo del famigerato Augusto Turati, suo ospite a Cervinara, rimasto inalterato fascista dal 1922 al 1943, sospeso per tre anni dall'elettorato attivo e passivo dalla Commissione provinciale di Avellino, poscia assolto da quella centrale di Roma per interferenze politiche, si abbandona ad illegalità ed arbitri, favorendo accoliti e parenti, pervaso dei vecchi metodi di corruttela politica;
- che, giusta deliberazioni adottate dalla Giunta comunale, il pubblico denaro viene sperperato in spese non giustificate da documenti di appoggio o quanto meno le somme pagate sono sproporzionate alle asserite prestazioni;
- che sono stati concessi in fitto dei vani di casa del Comune alla sezione di un partito per puro favoritismo, con un canone di lire 1000 il mese, sebbene vi fossero altre richieste, compresa quella dei reduci, e si fosse chiesto al sindaco e al prefetto di Avellino di indire una pubblica gara, con la prospettiva certa e sicura di raggiungere il canone mensile di circa lire 5000;
- che il Consiglio comunale, onde sfuggire all'esame di gravi problemi, compreso quello delle usurpazioni innanzi accennato, ha omesso di riunirsi in sessione ordinaria e per cui è stata chiesta la decadenza di tutti i consiglieri, a norma degli articoli 124 e 289 del testo unico della legge comunale e provinciale 4 febbraio 1915, n. 148;
- che sono stati assunti a pubblici impieghi affiliati del sindaco, sforniti dei requisiti voluti dalla legge, in spregio. anche e soprattutto alle tassative norme tutelatrici della benemerita classe dei reduci e combattenti, non esclusi gli invalidi e mutilati di guerra, i quali tutti a Cervinara sono in pieno fermento e agitazione e reclamano giustizia; che il sindaco è sottoposto a due procedimenti penali, il primo pel delitto di estorsione, il secondo per il reato di indebito rifiuto di atti del proprio ufficio, e non c'è speranza di ravvedimento, dati di lui precedenti morali e penali.
Gli interroganti chiedono dl conoscere: altresì, se: accertati i fatti di cui innanzi, gli onorevoli Ministri non credano, in omaggio ai principi di libertà e di democrazia, che non possa rimanere al suo posto l'attuale sindaco e l'Amministrazione comunale di Cervinara, nonché gli agenti comunali e quelli forestali di Cervinara».
9.9.1947 - "Risposte scritte ad interrogazioni" degli Onorevoli Vinciguerra e Preziosi | Tutela del patrimonio morale e demaniale nel Comune di Cervinara.
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