martedì 30 marzo 2021
Fracchia Contro Dracula (1985) | Lungometraggio completo
RINO GAETANO in Concerto (Salento 1977)
René Guénon - AUTORITÀ SPIRITUALE E POTERE TEMPORALE (1929) | cap. IV
NATURA RISPETTIVA DEI BRAHMANI E DEGLI KSHATRIYA_4
Saggezza e forza, questi sono gli attributi rispettivi dei Brahmani e degli Kshatriya, o, se si preferisce, dell’autorità spirituale e del potere temporale; ed è interessante notare che presso gli antichi Egizi il simbolo della Sfinge, in uno dei suoi significati, riuniva precisamente i due attributi i visti secondo i loro rapporti normali.
Si può infatti considerare la testa umana come raffigurazione della saggezza, e il corpo di leone raffigurazione della forza; la testa è l’autorità spirituale che dirige, il corpo è il potere temporale f che agisce. È da sottolineare peraltro che la Sfinge è raffigurata sempre a riposo, giacché il potère temporale è inteso qui allo stato «non agente» nel suo principio spirituale, in cui è contenuto « eminentemente », quindi soltanto come possibilità d’azione, o, ancora meglio, nel principio divino che unifica spirituale e temporale poiché è al di là della loro distinzione e costituisce la fonte comune dalla quale procedono entrambi, il primo però direttamente, il secondo indirettamente e per il tramite del primo. Altrove troviamo un simbolo verbale che, per la sua costituzione geroglifica, è un esatto equivalente del precedente: è il nome dei Druidi, che si legge dru-vid[…] (p.59)
In altri termini, dal momento che di solito il sacerdozio non comporta l’esercizio effettivo della regalità, occorre che i rappresentanti rispettivi del sacerdozio e della regalità traggano il loro potere da una fonte comune, che è «al di là delle caste»; la differenza gerarchica che esiste tra essi consiste nel fatto che il sacerdozio riceve il potere direttamente | da questa fonte, con la quale è in contatto immediato per sua stessa natura, mentre la regalità, in virtù del carattere più esteriore e propriamente terrestre della sua funzione, non può ricevere il proprio se non per tramite del sacerdozio. (p.61)
Perciò, se si vuole risalire all’origine prima dei due poteri sacerdotale e regale, bisogna cercarla nel «mondo celeste »[…]. (p. 62)
Tornando al punto di partenza della nostra digressione, è evidente che gli attributi di saggezza e di forza si riferiscono rispettivamente alla conoscenza e all’azione; d’altra parte, in India si dice anche, in connessione con lo stesso punto di vista, che il Brahmano è il prototipo degli esseri stabili, e lo Kshatriya il prototipo degli esseri mutevoli;
in altri termini, nell’ordine sociale, che del resto è in perfetta corrispondenza con l’ordine cosmico, il primo rappresenta l’elemento immutabile, il secondo l’elemento mobile. Anche qui, l’immutabilità è quella della conoscenza, che è raffigurata in modo sensibile dalla postura immobile dell’uomo in meditazione; la mobilità, dal canto suo, è quella inerente all’azione, a motivo del suo carattere transitorio e momentaneo.(p. 63)
Nella natura del Brahmano predomina sattwa, che lo orienta verso gli stati sovraumani; in quello dello Kshatriya predomina rajas, che; tende alla realizzazione delle possibilità comprese nello stato umano.1 Alla predominanza di sattwa corrisponde quella dell’intellettualità; alla predominanza di rajas quella di ciò che, in mancanza di un termine migliore, possiamo f chiamare la sentimentalità[…]. (p.64)
Quest’ultima osservazione permette di comprendere la vera ragion d’essere delle forme religiose: esse sono particolarmente adatte alle razze il cui comportamento è in generale rivolto soprattutto all’azione, cioè alle razze che, considerate collettivamente, hanno in sé una preponderanza dell’elemento «rajasico» che caratterizza la natura degli Kshatriya.
Tale è il caso del mondo occidentale, ed è per questo che, come abbiamo già segnalato altrove, in India si dice che se l’Occidente tornasse a uno stato normale e nuovamente in possesso di un’organizzazione sociale regolare, vi si troverebbero molti Kshatriya, ma pochi Brahmani; questo è anche il motivo per cui la religione, intesa in senso stretto, è cosa propriamente occidentale. E ancora questo che spiega come in Occidente sembri non esistere un’autorità spirituale pura, o per lo meno non ve n’è una che si affermi esteriormente come tale, con i caratteri che abbiamo descritto in precedenza. (pp. 65-66)
[…]un’autorità che sia soltanto religiosa continua tuttavia a essere, nel caso più sfavorevole, un’autorità spirituale relativa; vogliamo dire che, pur non essendo un’autorità spirituale pienamente effettiva, ne possiede la virtualità che le deriva dalla sua origine, e perciò è sempre in grado di esercitarne le funzioni all’esterno[…]. (p.69)
Scritto da René Guénon
Stralci tratti da ADELPHI – Collana PICCOLA BIBLIOTECA ADELPHI n. 661 – 2014
lunedì 29 marzo 2021
GIORGIO ORWELL - La Fattoria degli Animali (1945) | Audiolibro Integrale
Ménéstrandise Audiolibri
La Fattoria degli Animali di Giorgio Orwell
Voce Narrante di Edoardo Camponeschi
JULIUS EVOLA - Maschera e Volto dello Spiritualismo Contemporaneo - CAP.7 - P. 2/2 - Audiolibro
Capitolo 7 [PARTE 2 DI 2] -
PARENTESI SUL CATTOLICESIMO ESOTERICO
E IL «TRADIZIONALISMO INTEGRALE»
del libro: Maschera e Volto dello Spiritualismo
Contemporaneo di Julius Evola.
tratto da Vyāsa Audioletture
JUNIO GUARIENTO - La ballata del Nero (1976)
Gruppo: Compagnia dell'Anello
Brano: La ballata del Nero
Anno: 1976
Testo e musica: Loris Lombroni
Terremoto dell'Irpinia del 29 marzo 1517
Il 29 marzo di cinquecento anni fa un terremoto colpì l'Irpinia, ma non si hanno dati ufficiali sulle perdite umane legate all'evento tellurico. Alle ore 19 in punto del 29 marzo 1517 un boato accompagnò l'ennesimo evento sismico di magnitudo 5.4 con epicentro sull'Appennino campano, precisamente nell'alta valle dell'Ufita, fra le alture della Baronia e l'altipiano del Formicoso.
La Valle Caudina del XVI secolo tremò per un miserere, pari ad un minuto. Per fortuna non si registrarono danni a persone o cose. Anche a Napoli, Capitale del Regno, la scossa fece tremare le case e le Chiese, anticipando di appena qualche mese il terremoto religioso che porta la firma di Martin Lutero. Il monaco agostiniano affisse un documento passato alla storia, contenente novantacinque tesi, sul portone della Cattedrale di tedesca di Vittimberga in Sassonia-Anhalt.
Nella tranquilla cittadina bagnata dal fiume Elba l'agguerrito monaco ribelle fece traballare la Chiesa Cattolica. Lutero attaccava l'indegna compravendita delle indulgenze, vero e proprio mercato dello Spirito, in totale controtendenza rispetto ai valori cristiani della prima ora. 504 anni fa nacque la Riforma Protestante, che si trascina fino ad ora, come l'incredibile scia di terremoti che periodicamente affligge l'Irpinia, il Sannio e l'Antica Caudio.
A quell'epoca i territori colpiti dal sisma erano compresi nel Principato Ultra del Regno di Napoli, il tristemente famoso distretto sismico della Verde Irpinia. Purtroppo, il numero complessivo delle vittime è ignoto. L'unica cittadina che pianse 26 morti fu Conza a causa l'intensità del sisma che raggiunse l'VIII-IX grado della scala Mercalli. In questo caso l'area colpita si estendeva a tutto il settore centro-orientale Irpino. Danneggiata la Basilica di Ariano di Puglia, tanto da dover essere restaurata, come riportano i documenti ingialliti dal tempo.
Lo Schiaffo 321 continuerà l'analisi dei terramoti, capaci di far scorrere sangue e lacrime. Ricordiamo ai tanti addetti alla prevenzione e alla tutela del territorio, di qualsiasi schieramento, che viviamo in una zona sismica. Rispetto al passato, grazie alle tecnologie del settore, si possono monitorare edifici e infrastrutture con molta efficacia. Proprio in questi giorni il Centro Europeo di Formazione e Ricerca in Ingegneria Sismica, meglio conosciuto come l'Eucentre di Pavia, ha simulato un terremoto dell'Irpinia per valutare la tenuta della struttura.
Bisogna investire sul fronte della sicurezza e programmare, meticolosamente, un piano antisismico all'avanguardia, prima delle tragedie. Non dopo.
Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo
domenica 28 marzo 2021
RADIOCAUDIO321 - SETTIMA PUNTATA
SETTIMA PUNTATA
Creato da: RADIOCAUDIO321
https://www.spreaker.com/episode/44087981
Le Età della Pena - Istituto Penale per Minorenni di Airola | Documentario
L'istituto Penale per Minori di Airola come tutti gli istituti di pena minorile ospita detenuti dai 14 ai 18 anni, e fino a 21 anni se il reato è stato commesso prima del raggiungimento della maggiore età.
Attualmente in Italia gli istituti di pena per minori sono in tutto 19 e per tutti la priorità è la funzione rieducativa della pena.
Scopriamo insieme la realtà di questo carcere. L'Istituto Penitenziario per Minori di Airola si trova nel pieno centro della città. L'edificio infatti si affaccia sul corso principale. Airola è un comune di circa 8000 abitanti in provincia di Benevento nella porzione occidentale della Valle Caudina.
CULTURA POPOLARE di Leo Valeriano
Esiste una forma minore dell’Arte che viene, spesso dimenticata dalla cultura ufficiale e che, forse impropriamente, viene denominata "popolare". Infatti questo termine, che è stato usato in maniera parziale e propagandistica dalla sinistra, proprio per questo motivo è stato accantonato dalla cultura ufficiale.
Sono stati lasciati cadere nella dimenticanza, in questa maniera, una grande quantità di tradizioni popolari, come i canti nati nel popolo, e importantissime tradizioni teatrali, come ad esempio quella delle Maschere e quelle del Maggio e del Bruscello, le quali sono recitazioni appartenenti alla tradizione contadina e che raccontano vecchie storie il cui rapporto con la realtà è estremamente indiretto. Sono argomenti che riguardano il settore dello Spettacolo ma anche quelli della Cultura propriamente detta e dell’Educazione. Infatti è solo attraverso l’educazione che certi elementi della nostra cultura possono essere trasmessi alle nuove generazione che, invece, ne stanno perdendo memoria.
Per chi voglia rivalutare e rinverdire le proprie radici nazionali diventa naturale l’impegno a riscoprire certi elementi culturali della propria tradizione e a combattere quelle volontà che tendono a soffocare la reale essenza non solo delle tradizioni, ma della cultura stessa. Questo anche per togliere dall’egemonia della sinistra elementi che alla sinistra non sono mai appartenuti e che, anzi, stridono con la sua politica antinazionale e multiculturale.
È utile ricordare, comunque, come tali dimenticanze si siano cominciate a verificare solo dopo l’ultimo conflitto mondiale e come i governi precedenti avessero creato addirittura un Ministero addetto alla riscoperta e alla rivalutazione di tutti gli elementi utili per la definizione di un più completo spirito nazionale legato a realtà che fanno parte della nostra storia e della nostra cultura più autentica.
Proprio intorno al 1930 venne chiarendosi la necessità di una più circostanziata indagine storico-sociale, dalla quale la nozione di arte popolare uscì arricchita di un contenuto più sfumato e problematico, liberandosi delle ideologie aprioristiche che sembravano attribuirle un'essenza universale e immutabile. L'aggettivo popolare, applicato all'arte è divenuto così realmente indice di una qualità individuabile storicamente, che è strettamente connessa al complesso delle caratteristiche culturali e sociologiche dell'ambiente al quale si riferisce e in cui si manifesta, anche se rimangono talvolta discutibili i confini tra arte popolare, arti minori e artigianato, contribuendo, a confonderne i limiti certi filoni d'arte naïve, primitiva o provinciale.
Tra arte popolare e artigianato in particolare, sembra venirsi a disporre la ricca e varia produzione tradizionale delle diverse realtà regionali italiane; produzione in seno alla quale l'oggetto d'uso può assumere il tono della creazione unica o dell'elemento di serie ridotta.
Tra le forme dell’arte popolare è lecito ricordare innanzitutto l'architettura nelle sue forme rustiche e spontanee, dalle forme di edilizia dell’Alto Adige e delle valli alpine italiane, ai trulli pugliesi e alla corte padana. Ci sono poi quelle lavorazioni artigianali che sono a cavallo tra artigianato e arte.
Cosa è che distingue, infatti, l’artigiano dall’artista? Mettiamo un pennello in mano a uno e all’altro e poniamoli davanti a una vetrata da dipingere e lo sapremo. Lo scultore su legno e l’artigiano che crea basi pregiate di mobili, non usano gli stessi attrezzi?
Ma esiste anche un’arte legata alla letteratura. Con il termine di letteratura popolare si intende comprendere non solo le manifestazioni letterarie vere e proprie come poesie, novelle, proverbi, storielle e leggende, ma anche tutte le espressioni di arte popolare dai canti cosiddetti folcloristici, a quell'intero patrimonio più giustamente considerato nelle tradizioni o nella cultura popolare. E la loro ricerca e rielaborazione diventa la testimonianza qualificante della popolarità ridando in tal senso valore storico alla manifestazione popolare, in quanto creata e trasmessa dall'anima popolare, custode di un fondamentale sentimento che filtra nel tempo.
Nel mondo popolare la musica e il canto solo raramente sono occasione e motivo di puro svago o di godimento estetico fine se stesso, ma vengono legati a occasioni cerimoniali e sociali di vario genere, a funzioni di comunicazione di vario tipo. Per esempio si trovano canti di lavoro, destinati ad alleviare la fatica, ritmandola: degni di attenzione tra questi sono i canti di tela; ninne nanne che alla funzione di conciliare il sonno al bambino uniscono molto spesso quella di manifestare sentimenti diversi, lamenti funebri che esprimono e insieme dolore incanalandolo in forme tradizionali, e insieme esprimono il disagio della propria condizione; canti di corteggiamento e canti di nozze; canti di questua, che vengono eseguiti in coro da gruppi di persone che, in particolari occasioni festive vanno di casa in casa formulando auguri per i membri della famiglia e chiedendo doni; canti magici come quelli che vengono impiegate in Puglia nella terapia tradizionale del tarantismo.
Un particolare rilievo hanno le ballate diffuse dai musicisti cantori "a tempo pieno" che, comunque, cominciano a essere figure piuttosto rare essendosi ridotto notevolmente il numero dei cantastorie ambulanti. La canzone popolare è una parte di quel patrimonio che il mondo dell’informazione e l’industria dello spettacolo hanno soffocato.
È una grande espressione di popolo che fa parte della memoria ed è fondamentale per la nostra storia che non è solo una storia di trattati ma è anche una storia minima, una storia di costume di cui, altrimenti, nessuno avrebbe più ricordo. Tutto ciò fa parte di un bagaglio culturale che si cerca disperatamente di seppellire, avendone sfruttati solo gli aspetti (pochi) protestatari e utili alla diffusione di sentimenti collettivistici.
Infatti se la si osserva nella sua complessità, nella canzone popolare si scopre un grande amore per la famiglia, per le tradizioni, per la Patria, e anche un grande senso di individualismo.
Tutti elementi che stridono con certi principi livellatori, e nello stesso tempo superlibertari, che ispirano almeno una buona parte della nuova sinistra.
Nella canzone popolare italiana i testi "lirici" prevalgono su quelli narrativi, i quali comunque hanno forme assai diverse. Dalla solarità dei canti siciliani si passa ai canti dell'Italia settentrionale dove la principale caratteristica è canzone epico-lirica a carattere narrativo.
Una collocazione certamente a parte ha la Sardegna, la cui musica presenta importanti tratti arcaici dove si riscontrano forme di polivocalità, che hanno relazione con forme toscane, liguri, istriane, ma anche bretoni e caucasiche. Nel suo insieme, la musica popolare italiana costituisce un patrimonio tutto sommato più vitale di quanto non si voglia far pensare.
Tutto questo patrimonio di tradizioni artigianali e artistiche, che tra l’altro hanno la capacità di rilanciare anche nuove attività di lavoro (anche se di antica origine) nel tessuto sociale italiano, è minacciato dal disinteresse degli organi di governo, soprattutto regionale, che dovrebbero avere il compito di salvaguardarle. Non ci dimentichiamo di quello che è riuscito a fare il mondo della moda italiana nel mondo. Un settore che si mosso autonomamente alla ricerca di altri mercati e che attualmente forma uno dei capitoli più interessanti dell’esportazione italiana. Anche l’artigianato artistico, in tutte le sue forme, ha le stesse capacità. È di vitale importanza, anche in vista dell’insediamento di nuovi piccoli impianti produttivi (a livello artigianale) nel Meridione d’Italia, non perdere anche questo appuntamento.
Scritto da Leo Valeriano
Dott.ssa Coccia: D'Adamo vs Mozzi. Diete del gruppo sanguigno a confronto. | SALUTE
dott.ssa Cristina Coccia, biologa nutrizionista.
tratto da Alimenti e malattie, di Roberto Andreoli
ENNESSEPI - La mia gente (2012)
Gruppo: Ennessepi
Brano: La mia gente
Anno: 2012
Album: Amore e coraggio
MORTESARCHIO - Tre Ponti Mille Tarantelle | Prima Parte
C'era una volta l'emergenza rifiuti in Campania,
nata con la saturazione dei siti destinati alla gestione dell'incredibile mole di immondizia che produce, quotidianamente, la nostra amata e amara Regione. La tristemente celebre Crisi dei rifiuti in Campania fece scattare lo stato di emergenza relativo allo smaltimento ordinario dei rifiuti solidi urbani.
Una vergognosa tarantella iniziata nel 1994 e chiusa, almeno sulla carta, nel 2012. In realtà le scellerate gestioni del passato ci regalano un presente difficile per le conseguenze nate da opinabili scelte politiche nazionali, regionali e provinciali, capaci di mettere in ginocchio la Valle Caudina.
Troppo facile sacrificare un'area territoriale divisa tra due province e tra una sporca dozzina di Comuni, in preda ad atavica superficialità. Uno degli ostacoli da superare è rappresentato dal perenne campanilismo amministrativo. Quello popolare, paradossalmente, è solo folcloristico e non incide sulle scelte antiunitarie.
ANALISI
Lo Schiaffo 321 ripercorre le tappe di questa triste storia di degrado ambientale, puntando l'attenzione sui focolai di rivolta spontanea del 2005 e del 2008, senza tralasciare le ultime vicende in merito. Il botta e risposta, ad esempio, tra Antonio Di Maria, Presidente della Provincia di Benevento ed il Sindaco Franco Damiano è solo l'ultimo dei tanti, troppi, scontri istituzionali. Dal capoluogo sannita spingono per rivedere l’accordo, siglato il 6 marzo 2019, inerente la gestione e la bonifica del sito di stoccaggio “provvisorio” di Tre Ponti in Montesarchio.
Viste le ultime voci, potrebbe quindi saltare il tanto atteso accordo tra la Provincia di Benevento, la Samte ed il Consorzio Unico di Bacino in liquidazione Napoli-Caserta. La vertenza sulla gestione della discarica “post mortem” porterebbe, ancora una volta, ad un tavolo di lavoro per fare chiarezza e smetterla con lo squallido scaricabarile tra gli attori istituzionali.
Bisogna capire chi deve fare cosa e soprattutto con quali risorse finanziarie. Il Primo cittadino Damiano, però, ha bollato l'intervento del Presidente sannita come l'ennesima supercazzola.
CATENACCIO contro CATENACCI
Il Commissariato Straordinario per la Gestione rifiuti in Campania nel 2004 inaugurò una via crucis che arriva, purtroppo, fino ai giorni nostri. Per correre ai ripari i tecnici individuarono tra i possibili siti destinati alla raccolta di montagne di munnezza quello di Tre Ponti, visto il dilagante degrado campano causato dalla profonda crisi della raccolta e dello smistamento dei rifiuti. La tensione crebbe fino al punto di sfociare in vere e proprie guerriglie di strada. L'8 febbraio 2005 la rivolta per il diritto alla salute portò al blocco totale della Valle, dopo qualche piccolo focolaio divampato nei giorni precedenti.
La RIVOLTA - 2005
Nella notte tra il 7 e l'8 febbraio, infatti, i Comitati cittadini, spontanei e apolitici, scelsero l'azione diretta con ben cinque blocchi stradali e la clamorosa interruzione della via ferrata che collega Benevento a Napoli. Le nuove Forche Caudine, costituite dal basso dai rivoltosi, vennero fatte con gli spartitraffico di cemento leggero. Quei blocchi rudimentali, posti di traverso sulla strada, rappresentarono le barricate piene di rabbia di un Popolo stanco di essere maltrattato dai politicanti di mestiere, locali e non, incapaci di mantenere le parole date.
I rappresentanti dei Comitati, all'epoca, fecero quadrato e si opposero al piano del Commissario all'emergenza rifiuti, firmato da Corrado Catenacci. Fu lui che condannò Tre Ponti di Montesarchio ad essere una delle tre discariche regionali destinate ad essere inondate da veleni.
Tutta Italia seguì la vicenda che vide risorgere lo spirito guerriero della nostra gente. Il Popolo Caudino, in prevalenza di Montesarchio e di Tufara Valle, riuscì a farsi sentire. Vennero momentaneamente sospesi i lavori per la realizzazione della discarica. Grazie alla vibrante protesta Caudium riuscì a strappare l'impegno a fermare tutto, arrivato dopo un vivace vertice in Prefettura tra le istituzioni locali ed il Commissariato straordinario di Governo.
In quelle giornate, abbastanza calde, fece scalpore il lungo e grottesco corteo funebre che portò in processione un fantoccio dal centro cittadino fino allo sversatoio. Quasi mille Caudini marciarono a lutto perché nell'aria stava per nascere Mortesarchio:
"Non vogliamo morire, qui abbiamo solo l'aria e ora vogliono anche togliercela".
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sabato 27 marzo 2021
I DOVERI del feudo di San Leucio | Cap.2
I DOVERI del feudo di san Leucio.
Capitolo Secondo
Doveri positivi
I Doveri positivi impongono di fare a tutt'il maggior bene che si possa. Questi sono o generali, o particolari. I generali riflettono sopra tutt'i nostri simili. I particolari riguardano un Ceto particolare di persone, come sarebbe il Sovrano, i suoi Ministri, i Superiori, gli Ecclesiastici, gli Sposi, i Genitori, i Figli, i Fratelli, i Benefattori, i Maggiori di età, i Giovini e la Patria.
I. Ogn'uno deve far bene al suo simile, ancorché sia suo nemico.
A ciascun de' i nostri simili Noi dobbiam far sempre il maggior bene, che si possa. Dio comanda, che si faccia per amor suo finanche a' nimici. La più bella vendetta è quella di far bene a colui, che ci offese; ed il più bel piacere è quello di imperare per mezzo delle beneficenze sopra colui, che ci disprezzò. Soccorrerlo nelle avversità, ed aiutarlo ne' bisogni è mostrare a tutti gli uomini la più sublime grandezza di cuore e di generosità. Ogni uomo in tutti gli stati può far del bene al suo simile. Il Savio, il Ricco, l'Agricoltore, l'Artista, quando impiegano i loro talenti, le loro ricchezze, le loro fatiche a prò' de' Cittadini, possono ben vantarsi di essere i Benefattori dell'Umanità.
Ogni volta dunque, che si presenti a voi l'occasion di giovare ad altri, ciascuno l'abbracci; né mai si spaventi di qualche incomodo che seco porti questa generosa azione; poiché sarà sempre ben compensato da quel dolce e puro piacere, che l'accompagna. Questo sovrano precetto di Dio è fondato sopra quella perfetta uguaglianza, che gli piacque stabilire fra gli uomini. Egli li costituì in natura tutti fratelli, e dispose, che nessuno imperasse sopra di loro, fuor di Lui, o di Coloro, a' quali egli affidasse il governo 'de' Popoli.
Per sua mercé Egli ha dato a Me il grave peso di governare questi Regni: ed Io nel dar a voi questa legge non intendo far altro, che seguire i suoi eterni consigli. Sin da prima, che Io concepii il bel disegno di unirvi in società in questo luogo, pensai ancora, di crearvi tutti Artieri, e darvi la maniera di divenirne famosi.
La felicità di questi Reami mi fece concepir questa idea. Vedendo, che i tre Regni della Natura, cioè il vegetabile, l'animale, ed il minerale qui per singoiar dono della Provvidenza tengono la propria lor sede, e che solo manca in essi, chi a' naturali prodotti de' luoghi dia le nuove forme, mi risolsi nell'animo di pome ad effetto l'intrapresa.
Già son pronte in buona parte le macchine, e gli ordigni corrispondenti al disegno. Solo resta, che per voi ci sia una fissa legislazione, che suggerisca la norma della condotta della vita, e che prescriva gli stabilimenti necessari all'arti introdotte e da introdursi.
Il- II solo merito forma distinzione tra gl'Individui di San- Leucio. Perfetta uguaglianza nel vestire. Assoluto divieto contra del lusso.
Essendo voi tutti Artisti, la legge che Io vi impongo, è quella di una perfetta uguaglianza. So, che ogni uomo è portato a distinguersi dagli altri; e che questa uguaglianza sembra non potersi sperare in tempi così contrari alla semplicità ed alla natura. Ma so pure, che vana e dannevol'è quella distinzione, che procede dal lusso, e dal fasto; e che la vera distinzione sia quella, che deriva dal merito. La virtù, e l'eccellenza nell'arte, che si esercita, debbon essere la caratteristica dell'onore, e della singolarità; e questa, qual debba esser tra voi, sarà qui sotto prescritta.
Nessun di voi pertanto, sia uomo, sia donna, presuma mai pretendere a contrasegni di distinzione, se non ha esemplarità di costume, ed eccellenza di mestiere.
A quest'oggetto per evitar la gara nel lusso, e '1 dispendio in questo ramo quanto inutile, altrettanto dannoso, comando, che '1 vestire sia uguale in tutti: che estrema sia la nettezza, e la polizia sopra le vostre persone, acciò possa aversi quella decenza, che si richiede per rispetto, e venerazione dovuta a Chi si degna portarsi a vedere i vostri lavori: che questa polizia sia anche esattamente osservata nelle vostre case, acciò possa godersi è quella perfetta sanità, ch'è tanto necessaria nelle persone, che vivono con l'industria delle braccia. Di voi nessuno ancora ardirà mai chiamarsi col Don, essendo questo un distintivo dovuto soltanto a' Ministri del Santuario in segno di rispetto, e di venerazione.
Napoli, 20 Novembre 1789
Scritto da Ferdinando IV
re del Regno di Napoli
SERGIO CAPUTO | Un Sabato Italiano (1983)
Artista: Sergio Caputo
Brano: Un sabato Italiano
Anno: 1983
Album: Un sabato Italiano
Etichetta: CGD
Produttore: Nanni Ricordi
LEO VALERIANO - Valeriano (1969) | album completo
venerdì 26 marzo 2021
Terremoto di magnitudo ML 2.2 del 25 marzo 2021 ore 23:21:52 in zona Arpaia
Un terremoto di magnitudo locale 2.2 ha colpito la Valle Caudina ieri notte 25 marzo 2021 precisamente alle ore 23:21:52. L'epicentro è stato localizzato nella zona di Arpaia, ma non si registrano danni strutturali. Nessun ferito, per fortuna, però la paura è stata tanta. Avvertito in ogni angolo della Nuova Caudium un boato sinistro, nulla in confronto all'evento sismico del 23 novembre 1980.
La magnitudo, ovvero una stima dell'energia sprigionata da un terremoto nel punto della frattura della crosta terrestre, cioè all'ipocentro, secondo i criteri indicati dal geofisico Carlo Richter, non desta preoccupazioni. Le incertezze nascono dalle restrizioni in corso, causa Coronavirus, che vietano qualsiasi tipo di assembramento della popolazione. In caso estremo di fuga come ci si deve comportare?
Il terremoto è stato localizzato dalla Sala Sismica INGV di Roma. L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha ufficializzato i Comuni colpiti entro 20 km dall'epicentro: Arpaia, Forchia, Paolisi, Rotondi, Airola, Arienzo, Cervinara, Bucciano, Moiano, Roccarainola, San Felice a Cancello, Cicciano, Santa Maria a Vico, Bonea, Tufino, Sant'Agata de' Goti, Camposano, Comiziano, Avella, Montesarchio, Sperone, San Martino Valle Caudina, Durazzano, Cimitile, Baiano e Casamarciano.
Tutta la Valle Caudina è stata interessata da questo leggero evento tellurico, che dovrebbe portare all'attenzione degli amministratori pubblici la necessità di un eventuale organizzazione unitaria in caso di terremoto, visto che la Nuova Caudium è una zona sismica da tenere sott'occhio.
Esiste un piano d'emergenza contro le calamità naturali? L'Unione dei Comuni Caudini, mai come ora divisa, è pronta ad affrontare situazioni critiche o preferisce nominare una ventina di esperti del settore per ogni singola amministrazione, ovviamente dopo le tragedie?
La mancanza di un coordinamento per il Covid-19 è emblematica. Sfioriamo il ridicolo, soprattutto, quando il Sindaco di turno alza gli scudi per le oggettive difficoltà di gestione territoriali di questi ultimi mesi. Le misure restrittive di ogni Comune appaiono inutili senza una visione comunitaria.
Le Caudine ed i Caudini pretendono sicurezza, anche alla luce della nebulosa ricostruzione post 23 novembre. Lo Schiaffo 321 ha messo in evidenza la tragica scia di paurosi terremoti che hanno sconvolto nel tempo la Valle Caudina, l'Irpinia ed il Sannio. Il nostro obiettivo è dare informazioni utili per non abbassare la guardia. Mai.
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TAGORE - Chi sei tu, lettore | POESIA
Chi sei tu, lettore che leggi
le mie parole tra un centinaio d’anni?
Non posso inviarti un solo fiore
della ricchezza di questa primavera,
una sola striatura d’oro
delle nubi lontane.
Apri le porte e guardati intorno.
Dal tuo giardino in fiore cogli
ricordi fragranti dei fiori svaniti
un centinaio d’anno fa.
Nella gioia del tuo cuore possa tu sentire
la gioia vivente che cantò
in un mattino di primavera,
mandando la sua voce lieta
attraverso un centinaio d’anni.
Poesia di Rabindranath Tagore
scrittore indiano Premio Nobel per la Letteratura del 1913
giovedì 25 marzo 2021
TRIO LESCANO - "Ma le gambe" (1938)
Gruppo: Trio Lescano
Brano: Ma le gambe
Anno: 1938
René Guénon - AUTORITÀ SPIRITUALE E POTERE TEMPORALE (1929) | cap. III
In precedenza abbiamo detto che i rapporti tra i due poteri spirituale e temporale sono determinati da quelli tra i loro rispettivi ambiti; ricondotta così al suo principio, la questione ci sembra molto semplice perché si riduce in fondo a quella dei rapporti tra conoscenza e azione.[…]
La conoscenza per eccellenza, la sola che meriti veramente questo nome nel suo pieno significato, è la conoscenza dei princìpi, indipendentemente da ogni applicazione contingente, e appartiene esclusivamente a chi possiede l’autorità spirituale, poiché nulla in essa dipende dall’ordine temporale, anche inteso nell’accezione più ampia. Quando si passa invece alle applicazioni, ci si riferisce all’ordine temporale, perché allora la conoscenza non è più considerata unicamente in sé e per sé, ma in quanto dà all’azione la sua legge[…]. (p. 47)
È evidente che il potere temporale, nelle sue varie forme, militare, giudiziaria e amministrativa, è interamente impegnato nell’azione; per le sue attribuzioni, quindi, è racchiuso negli stessi confini dell’azione, cioè nei confini del mondo che possiamo dire propriamente «umano», comprendendo peraltro questo termine possibilità molto più ampie di quelle che si prendono normalmente in considerazione.
Per contro, l’autorità spirituale si fonda interamente sulla conoscenza, poiché, come si è visto, la sua funzione essenziale è la conservazione e l’insegnamento della dottrina, e il suo ambito è illimitato come la verità stessa: ciò che le è riservato dalla natura stessa delle cose, ciò che cessa non può comunicare a uomini le cui funzioni sono di un altro ordine e questo perché, le loro facoltà non lo consentono, è la conoscenza trascendente e « suprema »[…]. (p. 48)
Deve essere ben chiaro che non si tratta della volontà della casta sacerdotale di conservare solo per sé la conoscenza di certe verità, ma di una necessità che discende direttamente dalle differenze di natura esistenti tra gli esseri, differenze che, abbiamo detto, sono la ragione d’essere e il fondamento della distinzione delle caste. Gli uomini fatti per l’azione non sono fatti per la conoscenza pura, e in una società costituita su basi veramente tradizionali ciascuno deve svolgere la funzione per cui è realmente «qualificato»; altrimenti tutto è confusione e disordine, nessuna funzione è eseguita come dovrebbe, e ciò è appunto quanto accade attualmente. (pp. 48-49)
Ma torniamo ai rapporti tra conoscenza e azione[…].
Abbiamo mostrato come l’antitesi tra Oriente e Occidente, allo stato attuale delle cose, sia in definitiva riconducibile a questo: l’Oriente conserva la superiorità della conoscenza sull’azione, mentre l’Occidente moderno afferma al contrario la superiorità dell’azione sulla conoscenza, quando non si spinga fino alla completa negazione dì quest’ultima;
parliamo dell’Occidente moderno soltanto, perché nell’antichità e nel Medioevo la situazione era completamente diversa. Tutte le dottrine tradizionali, sia orientali sia occidentali, sono unanimi nell’affermare la superiorità, e anzi la trascendenza, della conoscenza nei confronti dell’azione, rispetto alla quale essa svolge in certo modo il molo del «motore immobile» di Aristotele[…] (pp. 50-51)
L’autorità spirituale, proprio perché implica tale conoscenza, possiede anch’essa in sé l’immutabilità;
il potere temporale, invece, è soggetto a tutte le vicissitudini del contingente e del transitorio, a meno che un principio superiore non gli comunichi, nella misura compatibile con la sua | natura e il suo carattere, la stabilità che esso non può possedere con i propri mezzi.
Il principio può essere soltanto quello rappresentato dall’autorità spirituale; il potere temporale ha dunque bisogno, per sussistere, di una consacrazione che gli provenga da essa;
è tale consacrazione a determinare la sua legittimità, cioè la sua conformità all’ordine stesso delle cose.
Questa era la ragion d’essere dell’«iniziazione regale», che abbiamo definito nel capitolo precedente; e in ciò consiste propriamente il «diritto divino» dei re, o quello che la tradizione estremo-orientale chiama «mandato celeste»: l’esercizio del potere temporale in virtù di una delega da parte dell’autorità spirituale a cui, questo potere appartiene «eminentemente», come spiegavamo allora.
Ogni, azione che non proceda dalla conoscenza manca di principio e non è che vana agitazione; ogni potere che non si riconosca subordinato all’autorità spirituale è del pari vano e illusorio; separato dal suo principio, potrà esercitarsi soltanto in modo disordinato e correrà fatalmente verso la rovina. (pp. 52-53)
Penetrata la natura delle cose, le conoscenze raggiungono il grado più elevato. Quando le conoscenze sono arrivate al grado più elevato, la volontà diventa perfetta. (p. 53)
È facile comprendere ora che il capovolgimento dei rapporti tra conoscenza e azione, in una civiltà, è conseguenza dell’usurpazione della supremazia da parte del potere temporale; quest’ultimo, di fatto, dovrà allora sostenere che non vi è alcuna sfera superiore alla propria, la quale è appunto la sfera dell’azione. Tuttavia, se le cose si fermano qui, non arrivano ancora al punto in cui le vediamo oggi e nel quale alla conoscenza è negato ogni valore; perché questo avvenga, occorre che anche gli Kshatriya siano stati privati del potere da parte delle caste inferiori. (p. 54)
Invece, quando gli elementi corrispondenti alle funzioni sociali di ordine inferiore arrivano a loro volta a dominare, scompare del tutto ogni dottrina tradizionale, anche mutilata o alterata; non sopravvive il più piccolo vestigio della «scienza sacra», e si instaura il regno del «sapere profano», cioè dell’ignoranza che si spaccia per scienza e si compiace nel suo nulla.
Tutto ciò può riassumersi in poche parole: la supremazia dei Brahmani conserva l’ortodossia dottrinale, la rivolta degli Kshatriya conduce all’eterodossia; ma con la dominazione delle caste inferiori cala la notte intellettuale, ed è a questo stadio che è arrivato oggi l’Occidente, il quale, peraltro, minaccia di diffondere le proprie tenebre sul mondo intero. (p.56)
Scritto da René Guénon
Stralci tratti da ADELPHI – Collana PICCOLA BIBLIOTECA ADELPHI n. 661 – 2014