L’AFFARE DEL “BRITANNIA”, UNA VICENDA OSCURA - Presentazione
Il Centro Studi “Dino Grammatico” con la presente pubblicazione intende divulgare le vicende di uno dei periodi più travagliati, quanto poco conosciuti, della storia recente della nostra Patria. Il caso del “Britannia”, raccontato con dovizia di particolari in queste pagine da Michele Rallo, ci dà l’esatta idea delle perverse logiche con cui ha preso il via il declino della nostra sovranità nazionale, che oggi purtroppo sembrerebbe aver raggiunto il punto più basso della sua triste parabola.
Dopo aver letto questo lavoro verrà difficile per chiunque pensare che le privatizzazioni di alcuni strategici asset italiani non siano state pilotate dall’alta finanza europea, con la connivenza ovviamente di parte del mondo politico nazionale. Il tutto avvenne a cavallo tra la prima e la seconda Repubblica, ovvero in un periodo storico abbastanza delicato, per il semplice fatto che si registrava la caduta dei partiti tradizionali, che avevano governato l’Italia fin dalla conclusione della Seconda guerra mondiale, sotto i colpi delle inchieste della magistratura. È singolare, tuttavia, che molti dei nomi dei protagonisti di quella vicenda siano stati in seguito, o siano ancora oggi, ai vertici delle Istituzioni nazionali ed europee. Tanto per dare l’idea, molto gattopardesca, di quanto sia cambiato tutto per non essere in realtà cambiato nulla.
Purtroppo l’Italia, dai tempi dell’approdo del “Britannia”, conta sempre meno negli scenari della geopolitica internazionale. Oggi possiamo constatare, infatti, che le logiche europee hanno ormai stabilmente prevalso sugli interessi nazionali. E, come se non bastasse, le attuali politiche economiche di estremo rigore messe in campo dalla Troika stanno condizionando la vita di circa cinquecento milioni di cittadini dell’UE.
Questa Europa, infatti, individua nelle banche e nella finanza le risorse primarie del vecchio continente; quando, invece, la vera costruzione europea non doveva prescindere dalla valorizzazione delle ricchezze di ogni singola Nazione. Del resto non era forse l’Europa dei campanili, dei comuni, delle cento culture e delle mille diversità che nella nostra fervida immaginazione speravamo sorgesse agli inizi degli anni novanta? Purtroppo non si erano fatti i conti con i poteri forti dell’establishment europeo che nel frattempo, mentre il “Britannia” ormeggiava tranquillamente al porto di Civitavecchia, decideva i destini delle privatizzazioni della Nazione italiana.
Il Centro Studi “Dino Grammatico” è pertanto felice di poter essere strumento di conoscenza di uno dei tanti misteri dell’Italia contemporanea. Non possiamo, di conseguenza, non esprimere il nostro più sentito ringraziamento a Michele Rallo per questo suo omaggio al nostro istituto.
Scritto da Fabrizio Fonte
Presidente del Centro Studi Dino Grammatico
IL CASO “BRITANNIA”, LE PRIVATIZZAZIONI E QUATTRO INTERROGAZIONI CONTROCORRENTE - PREMESSA
Quando l’amico e illustre collaboratore Michele Rallo mi ha fatto prendere visione di certe sue interrogazioni parlamentari rimaste senza risposta da parte del Governo, sono stato fortemente incuriosito e lo ho invitato a ricapitolarne la vicenda per i lettori de “La Risacca”. Troppi silenzi hanno fatto seguito a quelle interrogazioni, tanto da richiamare alla mente un vecchio adagio, per cui «chi tace acconsente». È nata così la serie di cinque articoli pubblicati fra il marzo e il settembre scorsi sulla rivista da me diretta e, adesso, la loro riproposizione in forma di opuscolo.
Michele Rallo (già deputato al parlamento nazionale nella XII e nella XIII legislatura) ricostruisce la vicenda sul filo dei ricordi e, in particolare, rivisitando il testo delle quattro interrogazioni da lui presentate nel 1994.
Il tutto ruota attorno ad un convegno che nel giugno 1992 – pochi mesi dopo la nascita dell’Unione Europea – si era svolto a bordo del “Britannia”, lo yacht della Regina d’Inghilterra; convegno che riguardava una auspicata (da chi?) politica di privatizzazione dell’industria pubblica italiana, politica che sarebbe stata poi effettivamente attuata.
Al convegno partecipavano esponenti del mondo degli affari britannico e manager pubblici italiani. Fra tutti, spiccava il nome del dottor Mario Draghi (allora Direttore generale del Tesoro, poi Governatore della Banca d’Italia, Governatore della BCE ed oggi Presidente del Consiglio), il quale svolgeva una prolusione introduttiva. Null’altro voglio dire sul convegno, rimandando alla diffusa trattazione che si potrà leggere nelle pagine seguenti.
Voglio invece spendere qualche parola sulla contestualizzazione che Michele Rallo opera, collocando l’evento in un quadro assai più ampio, che prende le mosse dalla formazione di una cordata italiana pro-privatizzazioni negli anni ’80 e continua poi attraverso i primi anni ’90, sovrapponendosi ad avvenimenti nazionali e internazionali:
la caduta del Muro di Berlino, la stagione di Mani Pulite in Italia, l’elezione di Scalfaro alla Presidenza della Repubblica (in vece di Andreotti) e di Amato alla Presidenza del Consiglio (in vece di Craxi), e tanti altri.
Direi – anzi – che l’aspetto più interessante di questa pubblicazione è una sorta di “ipotesi investigativa” che ne viene fuori: l’ipotesi, cioè, di un progetto politico di vecchia data, tendente alla spoliazione della nostra economia nazionale, i cui effetti perversi si palesano oggi con una epocale crisi politica, economica e sociale. È una chiave di lettura particolarissima ed intrigante, non priva di un certo alone da “giallo internazionale”. Non è detto che sia esatta al cento per cento, ma è certamente credibile; ed ancor più credibile appare nel contesto della ricostruzione storico-politica che ne traccia l’ex-deputato trapanese, oggi apprezzato commentatore politico.
Un ultimo aspetto vorrei sottolineare. Quello della personale vicenda politica del nostro collaboratore, quale traspare soprattutto nelle pagine iniziali ed in quelle conclusive di questa ricostruzione. È la vicenda di un “uomo politico” (non di un “politicante”) che ha svolto il suo mandato con linearità, anche a costo di entrare in contrasto con il vertice del suo partito e di pagare in prima persona per le sue scelte. Oggi, a distanza di vent’anni, il triste tramonto di certi personaggi – sedotti e poi abbandonati dai poteri forti – dà forse ragione e rende giustizia all’onorevole Michele Rallo.
Scritto da Aldo Messina
Direttore della rivista "La Risacca"
approfondimenti e fonti
http://www.csdinogrammatico.it/
http://www.lasberla.com/tag/centro-studi-dino-grammatico/
https://it.wikipedia.org/wiki/HMY_Britannia_(1953)
https://voxitaliatv.com/governo-britannia-il-controcanto-rassegna-stampa-dell8-febbraio-2021/
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