martedì 1 dicembre 2020

Allo Stato, il Quarto potere costituzionale: la sovranità monetaria



Ca ira Ca ira Ca ira…

Allo Stato, il Quarto potere costituzionale: la sovranità monetaria.

L’Europa dei banchieri contro la Costituzione”: esattamente con questo titolo (cfr. Il Tempo, 22 giugno 2004, p. 7) o con titoli analoghi, la grande stampa ha dato la notizia sconvolgente che è iniziata la fase conclusiva della Rivoluzione Francese. Noi l’avevamo già preannunciata su Abruzzopress (3 giugno ’04, n. 180) con queste testuali parole: “Lo stato di diritto ha considerato nel proprio ordine costituzionale, solo i tre poteri: legislativo, giurisdizionale ed esecutivo".

Il quarto potere della sovranità monetaria se lo sono fagocitato, nel silenzio, le banche centrali, S.p.A con scopo di lucro…

Ecco perché dobbiamo completare la Rivoluzione Francese: la sovranità monetaria va attribuita allo Stato – come QUARTO POTERE COSTITUZIONALE – e tolta alla banca centrale. Non è più tollerabile che, in uno Stato di diritto, la funzione costituzionale della sovranità monetaria sia esercitata da una S.p.A. con scopo di lucro...

L’urlo del Ca ira deve tornare sulle piazze, davanti alle sedi delle banche centrali e nei Tribunali. Ci dobbiamo riprendere la proprietà dei soldi nostri.

Quando la governance economica programma “maggiori poteri alla Commissione nella sorveglianza dei conti pubblici…” pone necessariamente un conflitto di interessi tra la volontà del Padrone (la banca centrale) e quella dei camerieri (i popoli). Ha denunciato esplicitamente l’eventualità di questo conflitto Mario Borghezio: “Questa è una costituzione per l’Europa dei banchieri. Noi combattiamo invece per l’Europa dei Popoli…”. 

La diagnosi è esatta. Manca la terapia.

"Ça Ira", inno rivoluzionario francese

Si impone la necessità di uscire dalle formule approssimative e generiche per proporre:

  1. l’attribuzione allo Stato della sovranità monetaria come quarto potere costituzionale;
  2. la proprietà della moneta al Popolo come reddito di cittadinanza;
  3. l’emissione di moneta senza riserva, di proprietà del portatore, come oggetto di diritto sociale (a norma del 2° co. dell’art. 42 della Costituzione Italiana);
  4. poiché il mercato è saturo sia di beni che di moneta quando i prezzi coincidono con i costi di produzione, solo quando questa coincidenza si verifica, va sospesa sia la produzione dei beni che l’emissione di moneta in attuazione del quarto potere costituzionale della sovranità monetaria;
  5. va costituito il Ministero per il risarcimento dei danni da usura (come i danni di guerra);
  6. va sancita, con provvedimento di urgenza la moratoria dei debiti bancari e fiscali, perché basati sull’illecito del debito da signoraggio che ha trasformato il portatore da proprietario in debitore della propria moneta;
  7. dichiarata la moneta di proprietà dei cittadini, lo Stato deve trattenere all’origine, all’atto dell’emissione, quanto necessario per esigenze di pubblica utilità, eliminando il 100% dei prelievi fiscali.

il Prof. Giacinto Auriti scomparso l'11 agosto 2006

Questi fondamentali principi normativi si desumono dalla definizione del valore come rapporto tra fasi di tempo e conseguentemente del valore monetario come valore indotto. Solo su questi principi la governance economica proposta nel patto costituzionale europeo potrà realizzare l’Europa dei Popoli. Altrimenti si continuerà nella tradizione dei camerieri dei banchieri in cui la sovranità monetaria è retta dalla banca centrale, S.p.A. con scopo di lucro.

L’urlo del Ca ira deve tornare per scrivere la pagina conclusiva della Rivoluzione Francese. Ci dobbiamo riprendere la proprietà dei soldi nostri.

Scritto da Giacinto Auriti

Note:

Pubblichiamo un  articolo del prof. Giacinto Auriti, che fu docente universitario di Diritto della navigazione, di Diritto Internazionale e di Filosofia del Diritto. Geniale ideologo, “economista eretico”, rivelò al mondo la grande usura del mondo bancario ed elaborò la proposta di legge, ancora giacente in Senato, della Proprietà popolare della moneta.

tratto da: SOCIALE

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