domenica 22 novembre 2020

I terremoti in Irpinia, 1930 - 1980.



Le macerie erano le stesse. La polvere e la disperazione pure. I terremoti del 1930 e quello 1980 rappresentano due immani tragedie per il Popolo Irpino, condannato a convivere con una zona altamente sismica che periodicamente distrugge tutto e tutti. Le similitudini tra gli eventi sono agghiaccianti, così come le diverse attenzioni della stampa in queste ore.

Lo Schiaffo 321 rende onore a tutte le famiglie colpite da lutti, calamità naturali e malapolitica.

Irpinia, anni Trenta

23 luglio 1930

Nella silenziosa notte del 23 luglio 1930 il terremoto colpì Campania e Basilicata in una maniera devastante, dopo quasi duecento anni dalla tragedia datata 29 novembre 1732 che tolse la vita a 1778 persone. La zona sismogenetica è la nostra Irpinia, un distretto sismico altamente dannoso e perennemente inquietante. Alle 1.08 del 23 luglio una scossa distrusse una vasta area compresa tra l’Alta Irpinia e la zona del Vulture, danneggiando le province di Avellino, Napoli, Benevento, Foggia, Potenza e Salerno. I centri abitati più colpiti furono quelli in provincia di Avellino, ossia Lacedonia, Aquilonia e Villanova e quelli in provincia di Potenza, ossia Rapolla, Barile, Rionero, Atella e Melfi, ai piedi del Monte Vulture. 

Un sisma di magnitudo momento 6,7 pari al decimo grado della Scala Mercalli che causò la morte di ben 1404 persone prevalentemente nelle province di Avellino e Potenza, interessando oltre cinquanta comuni di sette province.

Irpinia, anni Ottanta

23 novembre 1980

Il terremoto tornò dopo cinquanta anni. Alle 19:34:53 di una tranquilla domenica di novembre una forte scossa anche questa volta pari al decimo grado della Mercalli, della durata di circa novanta interminabili secondi, con un ipocentro di circa 10 km di profondità, mise alle corse Donne e Uomini, dall'Irpinia al Vulture. La terra tremò sfigurando le province di Avellino, Salerno e Potenza e nello specifico i comuni di Calabritto, Castelnuovo di Conza, Conza della Campania, Laviano, Lioni, Sant'Angelo dei Lombardi, Senerchia e Santomenna. Si contarono 2.914 morti e 8.848 feriti, mentre gli sfollati raggiunsero quota 300mila. 

Irpinia ricostruita

Ricostruzioni

Esistono gli eventi tellurici ondulatori, sussultori e scomodi. La catastrofe del 1930 è stata cancellata dalla memoria della stragrande maggioranza delle persone a causa di una vera e propria censura "politica" degna dei peggiori regimi Comunisti e Capitalisti. 

Il novantesimo anniversario è scivolato via nell'indifferenza nazionale al contrario del quarantennale che domani alle 19.35 bloccherà il battito del cuore dei Terremotati per novanta lunghi secondi. 

Troppo scomodo, care lettrici e cari lettori de Lo Schiaffo 321, il paragone tra le due azioni di ricostruzione. In effetti il Terremoto Scomodo resta tale a causa della rapida e concreta efficienza dello Stato Italiano, capace in poco tempo di ricostruire magistralmente intere aree, risparmiare sul preventivo inziale dei fondi stanziati per la ricostruzione e i primi aiuti diretti. 

In soli tre mesi dal catastrofico sisma, e precisamente il 28 ottobre 1930, le prime case vennero consegnate alle popolazioni della Campania, della Lucania e della Puglia. 

Interi paesi e borghi in piedi in poco più di novanta giorni, a differenza dell'Italyetta degli anni Ottanta, capace di stabilire il primato nazionale della speculazione ai danni di un Popolo in ginocchio. Gente genuflessa non per chiedere l'elemosina, bensì per scavare, a mani nude, tra le macerie di una Terra colpita due volte alle spalle. Prima dal maledetto evento tellurico e dopo dallo spietato sciacallaggio di un intero sistema sepolto dai finanziamenti stanziati. Sotto il giogo della malavita è stato infangato il ricordo delle vittime e raso al suolo il sentimento di Giustizia per chi ha versato lacrime di rabbia e di dolore. 

Più controlli, meno crolli. Fate presto. 

Riflessioni

Noi siamo ancora in piedi per ricordare. Continuiamo a mantenere alta l'attenzione per onorare la memoria delle tante vittime, innanzitutto, con appelli alla prevenzione diretti a chi dovere. Il terremoto non si può prevedere o fermare, ma si deve prevenire e combattere con la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare ed infrastrutturale. Le Istituzioni devono intercettare le risorse ed investire per farsi trovare pronte e non subire gli eventi calamitosi come alluvioni e terremoti. Ora le campagne elettorali sono lontane e l'assenza di politica non può essere mascherata dai proclami e dalle promesse da quattro soldi. 

Novanta secondi

Chiediamo alle lettrici ed ai lettori di fermarsi per novanta secondi alle 19 35 di domani 23 novembre. Un minuto e mezzo pari alla durata del sisma assassino. Un minuto e mezzo per donare attenzione alle vittime. Novanta secondi interminabili come quarant'anni fa, capaci di rafforzare il legame spirituale tra le migliaia di superstiti che ancora oggi si oppongono alla malapolitica sfascista, causa di tutti i mali.

Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo


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