Lettere alla Redazione
Il tempio Caudino dedicato al Dio Priapo
CaudiuMisteri
Siamo molto soddisfatti dell'interesse che questa cinghia di trasmissione culturale sta riscuotendo in rete. Certo, ci manca la distribuzione del giornale cartaceo ed il contatto diretto con le carissime Lettrici ed i cari Lettori, con le edicole e le piazze, tappe fondamentali per misurare la temperatura delle critiche sulla notizia. Finalmente, dopo svariati appelli, è arrivata in redazione "virtuale" una lettera elettronica che riportiamo fedelmente. Prendiamo la palla al balzo per ricordare che Lo Schiaffo 321 è pronto a mettere in discussione tutto e il contrario di tutto. Non ci siamo mai fossilizzati sui dogmi.
Buona lettura e grazie al signor Michele Giordano di Cerreto Sannita per l'interessante contributo.
Gentile redazione de Lo Schiaffo 321,
mi chiamo Michele e vi scrivo da Cerreto Sannita in provincia di Benevento. Ho trovato molto interessante il vostro articolo sulla Dea Cerere e sul ritrovamento della sua statua, avvenuto in maniera fortuita in Valle Caudina. Personalmente sto portando a termine una ricerca sulle divinità greco/romane, con attenzione particolare al Dio Priapo. Secondo le mie fonti legate agli archivi della nobile famiglia di Gian Pietro Carafa, il Papa Irpino conosciuto con il nome di Paolo IV., Priapo era molto adorato. Insomma, oltre alla Dea Cerere con annesso tempio, ci sono molti indizi legati al forte culto per il Dio Priapo, estremamente diffuso nelle aree appenniniche meridionali. Il legame tra devoti e divinità era difficile da estirpare viste le profonde credenze popolari. Priapo è una divinità affascinante e molto diffusa anche nelle società rurali come le provincie di Benevento, Avellino e Isernia. Cerere era la Dea della fertilità e dell'agricoltura, molto venerata in Valle Caudina, anche quando divenne vietato pregarla. Ne è testimonianza il ritrovamento della statua di Cerere ai piedi del Monte Taburno come da voi riportato qualche anno fa.
Il Dio Priapo, invece, è un dio agreste, bucolico, rozzo, oggetto di culti definiti abbastanza semplici e poveri, ma molto entusiasmanti sia per le Donne, sia per gli Uomini dell'epoca. Priapo è un dio della mitologia greco romana, noto per la lunghezza del pene. Figlio di Afrodite, ma non si conosce il padre. Potrebbero essere, nell'ordine Dioniso, Ares, Adone e Zeus. Altri studiosi, invece, lo vedono come figlio Afrodite ed Ermes, e quindi fratello di Ermafrodito altro personaggio della mitologia greca, che venne trasformato in un essere androgino dall'unione fisica soprannaturale avvenuta con la ninfa Salmace. Mai come in questo caso l'unica sicurezza è la madre.
Nelle mie ricerche ho messo in risalto la Crypta Neapolitana alle spalle della chiesa di Piedigrotta. Il grande scrittore romano Petronio, autore del Satyricon, parla del culto di Priapo, famoso per i riti orgiastici che per millenni hanno caratterizzato le pratiche espletate in onore della divinità. Dare libero sfogo alle più elementari pulsioni dava innegabili benefici per il corpo e lo spirito in special modo per le tribù guerriere come quelle che popolavano l'intero Samnium. Leggenda narra che la famosa "sfogliatella" reccia abbia la forma del pube femminile, un particolare molto importante per svegliare l'impeto dei devoti al Dio superdotato. L’antico spirito greco/romano delle feste è abbastanza simile alla Taranta molto di moda negli ultimi anni. Le venerazioni priapiche e le sfrenate danze liberatorie erano osteggiate e messe al bando dalle Santa Chiesa Cattolica.
Il mito di Priapo si diffuse ovunque in Campania. Enorme successi ebbero le baccanali per celebrare Bacco. Il cerimonia rituale, frequente nelle grandi feste iniziatiche o agricole, celebrazioni misteriche in onore di divinità come Demetra, Dioniso, Bacco, Orfeo, Priapo durante le quali le baccanti partecipavano al furore sacro indotto dal culto orgiastico proprio di quel dio con forme di eccitazione parossistica che si coronava addentando vivo o mangiando crudo (omofagia) un cerbiatto, incorporazione di Dioniso. Vennero ufficialmente abolite a partire dal 186 a.C., ma sopravvissero in clandestinità.
Sempre secondo le mie fonti in Valle Caudina il culto rituale dedicato a Priapo ha radici antiche e profonde. Cerere non era sola a ricevere le preghiere e la venerazione dei Caudini, anzi, Priapo era una divinità molto longeva, capace di unire le culture mediterranee, dall'antica Grecia fino a superare la fine dell'Impero Romano. La Valle Caudina è storicamente una delle terre pagane più ostili, almeno inizialmente, al monoteismo. L'evangelizzazione dell'Impero Romano e la repressione verso i politeisti non fermò le celebrazioni verso gli Dei. La Chiesa corse ai ripari sostituendo gradualmente i Santi agli Dei. Probabilmente in Valle Caudina l'eco della parola di Cristo redentore tardò ad arrivare e quando il monoteismo arrivò trovò un clima ostile. Riporterò nella mia tesi parte dell'articolo sulla Dea Cecere e colgo l'occasione per chiederVi eventuale materiale sulla storia di Priapo nella nobile terra guerriera Caudina.
Ringrazio per la possibilità che mi state concedendo e faccio i miei migliori auguri all'unico giornale interessante che ho trovato in rete, senza nessuna fastidiosa pubblicità che distrae dai contenuti. Bravi. Ad Majora.
@Lettera elettronica inviata dal signor Michele Giordano
Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo
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