mercoledì 21 ottobre 2020

La paura del comunismo anche in Valle Caudina - Progetto "I Caudini", capitolo Sesto


La paura del comunismo anche in Valle Caudina - Progetto "I Caudini" 

capitolo Sesto

Prima del 1848 il nemico dell'ordine sociale costituito era rappresentato dal cosiddetto movimento giacobino. Col sopraggiungere degli anni '40 la paura rappresentata dal termine "giacobino" venne sostituita dal termine "comunista". Si venne a delineare una nuova realtà sociale e politica europea, che corrispose alle prime iniziative della classe operaia. Nell'Europa del 1840, infatti, il comunismo e il socialismo, erano già una corrente politica ben differenziata, all'interno del generale movimento rivoluzionario, dalle correnti democratiche e liberali. 

Rivolte proto-comuniste in Valle Caudina

In Italia comunque non si poteva parlare ancora di un comunismo o un socialismo come espressione politica del movimento operaio; esisteva tuttavia in Europa e può dirsi che di riflesso esistesse anche nel nostro Paese, perché il movimento più colto e meno provinciale del liberalismo italiano partecipava al generale movimento intellettuale europeo. È in questo quadro che il malcontento contadino nel Mezzogiorno e in Valle Caudina assunse connotazioni più marcatamente rivendicative. 

Il comunismo ha generato morte e distruzione

A Cervinara il 10 settembre 1848 (ancora dal saggio di Vincenzo Cioffi) un nuovo tentativo di appropriazione delle terre fu fomentato da elementi democratici al grido di 

"Viva il comunismo, ci dobbiamo dividere le robe altrui, vogliamo dividerci i terreni"; 

i protagonisti furono i fratelli Verna, Pasquale Del Balzo, Giovanni Gallo, Alessio Vaccariello, Crescenzo Taddeo, Giuseppe Perone, Nicola Capparelli e Francesco De Marco. In queste azioni ed in queste parole andava sintetizzata, anche in Valle Caudina, l'utilizzazione a favore della reazione della paura del comunismo, con una confusione artificiosamente creata a scopo demagogico, un simbolo negativo elevato per la raccolta di tutte le forze contrarie alla rivoluzione. Perché anche nei centri caudini la funzione della paura anticomunista era quella di distaccare la borghesia innovatrice dalle masse popolari e perciò essa era diretta verso la parte più efficiente della classe dirigente, verso i moderati: a loro bisognava far paura e convincerli che, mettendo in moto la macchina della rivoluzione altro non facevano che segnare la loro fine con le loro mani. Questa era la linea chiaramente seguita dalla propaganda clerico-reazionaria.

Approfondimenti di storia locale sviluppati dalle studentesse e dagli studenti del Liceo Classico di Cervinara (Istituto d'Istruzione Superiore Statale "Luigi Einaudi") - Anno Scolastico 2000-2001 - coordinati dal dott. Enzo Cioffi del Dipartimento di discipline storiche dell'Università di Napoli "Federico II" nell'ambito del progetto "I Caudini" finanziato dal Fondo Sociale Europeo. Tratto da Senza Filtro

Hanno partecipato le seguenti studentesse e studenti del Liceo-Ginnasio "Luigi Einaudi": 

Serena Abate, Mario Amatiello, Vita Bizzarro, Myriam Campese, Angela Casale, Mario Casale, Maria De Dona, Anna De Toma, Marianna Florimo, Antonella Fuccio, Livia Giordano, Manuela Marro, Elena Merola, Antonio Monetti, Tamara Miranda, Pasquale Mainolfi, Augusta Pirozzi, Esterina Perrotta, Daniela Tagliaferri  e Saveria Taddeo.



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