venerdì 16 ottobre 2020

Dal 1820 al 1848: la setta della Carboneria in Valle Caudina - Progetto "I Caudini", capitolo Terzo



Dal 1820 al 1848: la setta della Carboneria in Valle Caudina - Progetto "I Caudini" 

capitolo Terzo

I moti del 1820, in Valle Caudina come in tutto il Mezzogiorno furono caratterizzati dalla direzione della borghesia agraria. La formazione e lo sviluppo dei cosiddetti "galantuomini" fu accelerata dalla eversione della feudalità. Con la legge del 2 agosto 1806, infatti, si abolirono i proventi, i diritti, gli oneri e i privilegi feudali di cui godevano i baroni. Ma la quotizzazione dei demani feudali che avrebbe dovuto promuovere la nascita di una piccola proprietà tra i contadini, si tradusse quasi sempre in una beffa perché si trattava nella maggior parte dei casi di terreni incoltivabili e anche perché i migliori demani venivano usurpati dai grandi proprietari. 

Intanto i proprietari terrieri avevano raggiunto una omogeneizzazione sociale e potevano avanzare forti rivendicazioni come la riduzione della fondiaria e la partecipazione diretta al potere politico. Da questo punto di vista, quindi, la rivoluzione del 1820 significa per la Valle Caudina e tutto il Mezzogiorno il momento in cui la borghesia agraria prese coscienza del suo ruolo nell'economia e nella società civile, e cercò di affermarlo in forme politiche con la libera elezione di un Parlamento e la richiesta della Costituzione. Ma per capire meglio il fermento di questi tempi e quindi il movimento politico che scosse il Mezzogiorno nei primi decenni del 1800 bisogna ricordare la Carboneria (come abbiamo potuto rilevare dalla consultazione di alcune pagine dei libri di Vincenzo Cannaviello "Settari Irpini del circondario di Montesarchio prima e dopo la Rivoluzione del 1820" e "Gli Irpini nella rivoluzione del 1820 e nella reazione"), perché in essa si accentrarono e da essa derivarono quasi tutti gli avvenimenti. 


La bandiera occulta della Carboneria

La Carboneria fu una propaggine di una più antica società politica: la Massoneria, che asservita a Napoleone ed ai Napoleonici diventò per loro un efficace strumento di governo. La Carboneria napoletana mirava all'educazione del ceto più umile della società per informarlo del regime costituzionale attraverso rituali e simboli, e "Vendite" o "Famiglie" si chiamavano le singole società settarie, che si distinguevano in pagane o borghesi e militari; "Buoni Cugini" o "Figli di San Teobaldo" venivano denominati gli affiliati e "Gran Maestro" chi li dirigeva. 


Nel 1820 in Irpinia si contavano 192 "
Vendite", che da un lato professavano devozione a Gesù Cristo (il Gran Maestro dell'Universo, proclamatore delle più elevate e pure idealità sociali) e dall'altro miravano a diffondere i principi di libertà, di eguaglianza, di odio alle tirannie: preparavano cioè le coscienze ad un cambiamento politico. Nella Valle Caudina le più note "Vendite" furono quelle di Cervinara (Il trionfo della Costanza), di Montesarchio (Deucalione-Erennio-San Teobaldo), di Bonea (Dea buona Taburno), di Rotondi (I valorosi Irpini), di Roccabascerana (I seguaci di Iacopo Ortis) e di San Martino Valle Caudina (I figli di Bruto). La maggior parte dei personaggi impegnati in questo periodo nell'azione della Carboneria caudina li ritroveremo attivi nei moti del 1848.

Approfondimenti di storia locale sviluppati dalle studentesse e dagli studenti del Liceo Classico di Cervinara (Istituto d'Istruzione Superiore Statale "Luigi Einaudi") - Anno Scolastico 2000-2001 - coordinati dal dott. Enzo Cioffi del Dipartimento di discipline storiche dell'Università di Napoli "Federico II" nell'ambito del progetto "I Caudini" finanziato dal Fondo Sociale Europeo. Tratto da Senza Filtro

Hanno partecipato le seguenti Studentesse e studenti del Liceo-Ginnasio "Luigi Einaudi": 

Serena Abate, Mario Amatiello, Vita Bizzarro, Myriam Campese, Angela Casale, Mario Casale, Maria De Dona, Anna De Toma, Marianna Florimo, Antonella Fuccio, Livia Giordano, Manuela Marro, Elena Merola, Antonio Monetti, Tamara Miranda, Pasquale Mainolfi, Augusta Pirozzi, Esterina Perrotta, Daniela Tagliaferri  e Saveria Taddeo.

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