MANOVRE LOSCHE
Riceviamo e pubblichiamo un articolo tratto da un’analisi
sulle ultime novità nel mondo delle finanze inviatoci da Alessandro, studente di
origini Caudine che studia di Economia. Ringraziamo il nostro lettore per l’attenzione
nei nostri confronti. Giacinto Auriti è una figura che ascoltiamo da un bel po’
e ci fa piacere che la sua idea si sia evoluta in una Scuola di studi giuridici
e monetari.
Buona lettura.
Il Fondo Monetario Internazionale fa accordi con la finanza
islamica mentre Parigi esplode.
Mentre il mondo è incollato alle notizie terroristiche
dell'ISIS e distratto da un bombardamento mediatico contro gli islamici, la
direttrice del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, stringe
accordi con la finanza islamica.
Due giorni prima dell'attentato di Parigi era stata in
Kuwait ed aveva annunciato agli sceicchi arabi che il FMI è favorevole a far
sviluppare il modello finanziario islamico a condizione che esso preveda una
emissione di titoli pubblici garantiti dagli stati islamici. Ovviamente titoli
che rendano un interesse per attirare gli investimenti internazionali.
La finanza araba non prevede alcun interesse in quanto è
considerato 'usura' dalla Sharia. La finanza araba non presta per speculare ma
investe con la partecipazione alle aziende e agli utili. Sul principio della
partecipazione alla proprietà si fondano i 'sukuk' che sono quote di
investimento della finanza islamica senza interessi. Gli utili delle quote
investite derivano dalla ripartizione degli utili delle aziende, partecipazioni
che comprendono anche il rischio di impresa. S
ono proprio i sukuk che hanno
interessato il FMI perché ormai hanno una fetta di mercato globale di 150
miliardi di dollari di partecipazioni in aziende multinazionali ed il loro
settore bancario rappresenta l'84% della ricchezza finanziaria nazionale.
Con i proventi del petrolio riescono a finanziare
investimenti diversificati in tutti gli altri settori e comprare società
strategiche in tutto il mondo. Inoltre, grazie a questa ricchezza, riescono a
fare una politica sociale per i cittadini islamici che è basata sul reddito di
cittadinanza, quello vero auspicato da Auriti: dalla culla alla tomba. Ossia,
sovvenzionano i propri cittadini con i proventi della loro ricchezza dandogli
un reddito da quando nasce un islamico a quando muore.
Inoltre, finanziano le nuove attività con i suddetti
"sukuk", obbligazioni senza interessi ma che in cambio prevedono la partecipazione
delle banche islamiche alle quote delle imprese, quindi il prestito è garantito
da un valore sottostante reale che è il valore dell'impresa. In questo modo non
chiedono interessi per la restituzione e si accollano anche le eventuali perdite
intervenendo con la ricapitalizzazione. ma la cosa più interessante è che i
cittadini islamici non pagano tasse. Non servono con la potenza economica
derivante dal petrolio.
Questo sistema di Finanza Islamica è stato ritenuto
allettante dal FMI in quanto prevede proprio che i prestiti abbiano un capitale
a garanzia certo. Però questo sistema finanziario è rivolto soltanto al mondo
arabo ed attualmente rappresenta solo l'1% delle attività finanziarie mondiali.
Il FMI ritiene che per dare impulso mondiale alla finanza islamica gli arabi
cambino metodo di finanziamento permettendo il prestito con interesse. Cosa che
va contro la legge della Sharia. Non sarà un caso che la Lagarde abbia proposto
questo tipo di soluzione. I paesi arabi si trovano in una situazione di
difficoltà per mantenere la politica sociale del reddito di cittadinanza e dei
finanziamenti gratuiti alle imprese dei propri sudditi perché il prezzo del
petrolio è crollato di oltre il 50% ( mentre scriviamo ha toccato quota 38
dollari/barile ) e di conseguenza hanno problemi di redditività per mantenere
un certo sistema sociale.
La Lagarde ha proposto agli arabi di far pagare le tasse ai
cittadini, di mettere imposte sui consumi ed anche di far diventare i Sukuk dei
titoli di stato con una rendita per interesse in modo che i paesi arabi possano
avere liquidità da investitori internazionali che li acquisterebbero.
La stessa
Lagarde ha detto che il prezzo del petrolio non risalirà per i prossimi tre
mesi lanciando un monito agli sceicchi e facendo intendere che "non si
possono dare soldi gratuitamente per comprare sigarette" ( in media un
arabo fuma 35 sigarette al giorno, ma sono prodotte in Kuwait quindi sono soldi
che restano sul territorio e tornano allo stato arabo e non capiamo l'interferenza
della Lagarde su tale tema -ndr ).
Pare che i capi di stato dei paesi arabi
stiano pensando di accogliere i "suggerimenti" del FMI. "Il
governo sta prendendo in considerazione l'adozione di sukuk come un mezzo per
sostenere il reddito e alleviare il deficit di bilancio previsto", ha
detto al-Saleh. (Ministro delle Finanze del Kuwait ). Precoccupati anche del
fatto che se i prezzi del petrolio continuano a restare bassi, come ha previsto
la Lagarde con la sua sfera di cristallo, ci sarebbero gravi ripercussioni su
tutta la filiera produttiva di petrolio arabo. Se pensiamo che intere
generazioni di arabi sono cresciute con le politiche sociali di reddito di
cittadinanza e senza pagare tasse, un tale cambiamento creerà malcontenti. Ed è
ciò che sta avvenendo. Nel frattempo i leader arabi stanno preparando i sudditi
a questo cambiamento con una strategia di massiccia comunicazione tipo quella
che abbiamo vissuto noi con il " ce lo chiede l'Europa " .
Nel loro caso glielo chiede il FMI e gli accordi di Basilea
che hanno stipulato e che ora stanno creando problemi normativi al sistema
bancario islamico, che non prevede interesse, in quanto dovranno sottostare
alle regole di attuazione di Basilea III, integrare regole macroprudenziali sui
patrimoni bancari e assicurare parità di condizioni della finanza islamica con
la finanza mondiale. Sinteticamente, non sanno come disobbedire alla legge
della sharia se vogliono aprirsi al mercato mondiale della finanza usuraia e
non restare chiusi nell'ambito islamico.
In conclusione, ai paesi arabi stanno chiedendo di fare
riforme strutturali in senso finanziario che modificherebbero anche l'assetto e
le politiche sociali del popolo arabo. Esattamente quello che hanno chiesto a
noi, in nome di una stabilità finanziaria mondiale.
P.S.: piccolo nesso di casualità, la Lagarde è francese
[ fonti ]
http://www.businessinsider.com/ap-in-kuwait-imfs-lagarde-touts-power-of-islamic-finance-2015-11?IR=T
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