CONSIDERAZIONI
Forza Italia è reduce da un crollo spaventoso in Italia, dopo lo scivolone di Silvio Berlusconi, che per venti anni ha dettato i tempi del CentroDestra e della politica nazionale. Resiste a Cervinara e in Valle Caudina la rete forzista. che nonostante tutto resta in piedi in un momento duro per il passaggio di testimone da Berlusconi a non si sa chi. Lo Schiaffo 321 ha intervistato Enzo Campana, dirigente Cervinarese di Forza Italia ed appassionato di politichese.
Buona lettura.
d- Enzo Campana, coordinatore cittadino di Forza Italia, il partito del Cavaliere Silvio Berlusconi. A Cervinara i forzisti nacquero nel 1993 con l’apertura del circolo in Via Carlo Del Balzo. Sono passati oltre venti anni dalla famosa scesa in campo. Come è la situazione odierna?
r- E’ una situazione molto diversa, anche perché F.I. del
93/94 non è più la stessa. Il sottoscritto fu uno dei primi ad aderire in quel
periodo, insieme a molti giovani. Ad oggi molti entusiastici forzisti degli
inizi si sono spenti o persi. Ciò nonostante esiste ancora un gruppo, che con
difficoltà, e grazie al sacrificio di qualche amico continua ad essere presente
nella vita politica Cervinarese ed a dare voce a chi si riconosce in questa
area.
d- Il Centro destra è solo un ricordo o può rinascere una
coalizione per governare in ambito nazionale?
r- Non è un ricordo. E’ qualcosa di diverso, in piena
trasformazione, alla ricerca di nuovi equilibri interni ed una identità.
Ritengo che il centrodestra, come alternativa ad un centrosinistra, sia
necessario. Se quello che nascerà sarà in grado di arrivare a governare,
dipenderà molto dalle scelte, dal programma e dal tipo di organizzazione che
saprà e sapremo darci.
d- Nel contesto territoriale, invece, la situazione è
diversa?
r- Assolutamente no. E’ lo stesso scenario. L’individualismo
che ha contraddistinto la politica negli ultimi anni ha portato ad uno scempio
collettivo, dove è difficile avere e trovare riferimenti, e soprattutto formare
una classe dirigente che sia a disposizione degli iscritti e dei cittadini e
soprattutto capace.
d- Qual è la vostra posizione in merito al famoso ricorso
presentato dal Movimento Bene Comune?
r- Non abbiamo una posizione. Attendiamo semplicemente le
risultanze del TAR per capire, anche noi, cosa sia realmente successo. Dopo di
che trarremo le nostre considerazioni, ma su fatti e non su illazioni e/o sospetti.
Fare il processo all’intenzioni è uno sport che non vogliamo praticare e che
non vorremo in senso assoluto.
d- Come giudicate l’esordio di questa nuova amministrazione,
dopo il terremoto rosa e l’implosione di un’intera classe politica?
r- Personalmente credo che la legge elettorale, che cerca di
garantire, come idea, una partecipazione di genere, abbia un aspetto, quello
del doppio voto, che crea un vantaggio ed uno squilibrio nelle dinamiche
elettorali e della rappresentanza popolare. Che poi ci siano, in questo gruppo,
una quota rosa importante è sicuramente positivo sia per la politica sia per
l’amministrazione stessa. Questa amministrazione credo possa fare bene. Il
risultato largo deve responsabilizzare maggiormente i consiglieri di
maggioranza. Credo sia ancora presto, però, per dei giudizi.
Per quanto riguarda l’implosione di una intera classe
dirigente devo fare due considerazioni:
la prima è una
riflessione molto semplice a riguardo, cioè che l’implosione avvenuta sia solo
la conseguenza del malessere più generale che la politica vive negli ultimi
anni, caratterizzata da un esasperato protagonismo ed individualismo, come
l’odierno renzismo, dalla mancanza di una proposta politica riconoscibile e
dalla incapacità di dialogo ad ogni livello.
La seconda considerazione è questa: ad oggi non riconosco a
nessuno degli attori “politici” cervinaresi, il titolo di classe politica.
Questo perché nel panorama politico locale, quello che dovrebbe rappresentare
una Leadership politica basata su capacità di sintesi, riconoscibilità sociale,
consenso, si traduce spesso e volentieri solo ed esclusivamente in una
espressione di gruppi di potere più o meno eterogenei ed organizzati. Inoltre,
una classe politica, che sia tale, è capace di aggregare non di disgregare, è
capace di essere plurale non di essere singolare, è capace di mediazione, non
ultimo, di garantire un adeguato ricambio generazionale. Cose che non vedo ancora a Cervinara. Una
classe politica si forma nel tempo, non nell’ultimo mese.
d- Giovanni Bizzarro è il vostro riferimento politico in
Comune. Quali progetti metterete al servizio della comunità Cervinarese nei
prossimi mesi?
r- L’assessore Bizzarro è il nostro riferimento politico in
amministrazione, ma Forza Italia ha come riferimento tutta l’amministrazione a
cominciare dalla persona del Sindaco Filuccio Tangredi. Per ciò che è stato
fatto o si farà vorrei che a questa domanda risponda l’interessato. In verità
confesso che avremmo dovuto fare un quadro della situazione ad inizio mese, ma
gli impegni personali, familiari e di lavoro hanno prevalso. Approfitto quindi
dell’occasione per rigirare insieme questa domanda all’assessore Bizzarro.
Tuttavia un’argomento su cui FI è e sarà attenta, e su cui
siamo continuamente sollecitati, è il PUC. Argomento molto sentito da tutti
noi, sia come cittadini che come attivisti della politica locale. Dopo la
definizione delle zone rosse, al centro della programmazione del territorio,
ora, c’è il PUC. Uno strumento necessario ed inderogabile sia per F.I. che per
la politica e popolo Cervinarese.
d- La nuova frontiera Caudium sta affascinando i Caudini per
le varie possibilità di sviluppo che si possono intercettare. L’Unione dei
Comuni è potrebbe rappresentare il punto di svolta o il punto di non ritorno
per il nostro futuro?
r- Voglio credere che possa rappresentare un “Ritorno al
Futuro”, essere quel volano di cui le nostre realtà hanno bisogno per
valorizzare l’intera Valle. Molto dipenderà, tuttavia, dalle scelte che si
faranno negli organi di programmazione territoriale, in seno alla città
caudina. Il ritorno al futuro per chi non dovrà emigrare per lavorare, ritorno
al futuro per valorizzare un territorio che offre tanto, ritorno al futuro
riportando servizi importanti per le comunità sul territorio. Non basta uno
strumento amministrativo, uno statuto, per determinare sorti migliori. C’è
bisogno di percorrere strade nuove. E’ da folli fare le stesse cose di sempre e
pensare di ottenere risultati diversi.
d- Ideologicamente Forza Italia cos’é? Liberal liberisti,
con venature sociali o figli unici del Berlusca di Arcore?
r- Personalmente credo che sia stata entrambe le cose. F.I.,
nella sua prima versione, non sarebbe esistita senza Berlusconi, che avuto il
pregio di ampliare il panorama politico rompendo lo spettro tipico della
classificazione politica che resisteva dalla rivoluzione francese e determinata
sullo spettro Destra-Sinistra. Tuttavia oggi siamo in pieno travaglio interiore
sia dal punto di vista ideologico sia di Leadership. Lo stesso Berlusconi è
alla ricerca di una figura che possa rappresentare il futuro per Forza Italia.
d- Alleanza Nazionale sta cercando di ricomporsi, mentre le
altre forze del Pdl sono evaporate e divise. Salvini è il nuovo Berlusconi,
oppure ci potrebbero essere delle sorprese?
r- La nuova legge elettorale impone strade che non vanno
verso la frammentazione. Nessuno, in quel che viene definito centrodestra, può
pensare di vincere da solo. Che Alleanza Nazionale si ricomponga va bene, che
Salvini si proponga è parte del giuoco, ma il clima, il panorama politico si
sta modificando velocemente e queste operazioni tattiche, pur legittime,
appartengono ad una concezione superata della politica. Salvini non potrà
essere il nuovo Berlusconi per il semplice motivo che non rappresenta
assolutamente tutta la parte moderata che in Italia si identifica nel centrodestra. Degli altri non parliamo nemmeno, semplicemente perché di politico non
avevano niente e per questo sono morti o morenti.
d- Il Bunga bunga è stato tirato fuori a causa degli accordi
energetici tra Libia di Gheddafi, Russia di Putin e Italia di Silvio, oppure è
stato il momento eticamente più brutto per Forza Italia, vissuto di riflesso
anche nelle varie realtà territoriali?
r- Credo che sia stato entrambe le cose. Permettetemi di
fare una riflessione un po’ larga. Si tratta di una storia già vissuta. Tutti
dovremmo ricordare i veri motivi che portarono all’Unità d’Italia, o perlomeno
il quadro geopolitico che lo provocò. Il Piemonte non sarebbe mai stato in
grado di conquistare il Regno delle due Sicilie se non sponsorizzato. Bisogna
sapere che il Re Borbone era particolarmente amico dello Zar di Russia, tant’è
che ricevette a sugello due cavalli di bronzo in dono, oggi visibili d’avanti
ai giardini reali a Napoli. Contestualmente Francia, Inghilterra e Germania
stavano cercando il modo di avvantaggiarsi nel Mediterraneo dove stava per
essere realizzato il Canale di Suez e quindi esercitare un controllo sul l’area
a cui era attenta anche la Russia, ovviamente. Questa amicizia non gradita agli
Europei, fu uno dei motivi principali che indusse Cavour, sponsorizzato ed
indebitato, ad invadere il Regno delle due Sicilie e il motivo per cui si iniziò
proprio dalla Sicilia. Trasposto ai giorni nostri vedo lo stesso schema di
interessi economici che determinò scelte contro la sovranità popolare. Il
famoso accordo per il Gas tra Putin – Berlusconi-Gheddafi sicuramente ha
influito a determinare un clima ostile contro Berlusconi, tanto da indurre ad
una azione armata in Libia, ricordate chi la caldeggiò fortemente, un uomo di
sinistra ideologica, e successivamente a modificare la sovranità popolare (lo
stesso uomo) e poi, non ultimo, al blocco delle esportazioni verso la Russia,
sempre al centro il controllo del GAS. Gli interessi economici hanno
influenzato e cambiato le nostre scelte. Ora se non c’è predeterminazione in
questo, vorrei capire in cos’altro c’è. E come sempre c’è il Garibaldi e il
Cavour di turno che garantiscono questi poteri e si presta.
d- L’Anticomunismo di Forza Italia ha spesso aperto le porte
a tutte le realtà della destra radicale italiana. Grandi coalizioni con piccoli
ideali o fronti eterogenei per governare o tentare di farlo?
r- L’anticomunismo, in Italia, non è storia solo forzista.
La mia Democrazia Cristiana ne ha fatto una bandiera nella sua storia politica.
Era naturale che chiunque fosse riuscito a cavalcare quell’onda, ad occupare
quello spazio politico avrebbe raccolto tutti quelli che per motivi storici
diversi, non erano comunisti o erano anticomunisti. L’innata dote di
comunicatore di Berlusconi, poi, ha fatto il resto. Questo ha avuto come
aspetto negativo grandi aggregazioni difficili da tenere insieme in contenitori
che non potevano attingere a basi ideologiche comuni.
d- Quali sono i riferimenti culturali ed etici di Forza
Italia, specialmente in questo momento di ambiguità con il Partito Demicratico
e il neoRenzismo?
r- Difficile identificare un decalogo del perfetto forzista.
Dico subito che non riesco a ritrovarmi nella classificazione tipica in uso di
Destra e Sinistra e con queste classificazione ciò che identifica e cataloga
una cultura, un pensiero, un idea di destra o sinistra. Credo che questo sia
fondamentalmente anche la crisi che F.I. sta attraversando. Semplicemente
perché la realtà ha più tinte di grigio, più complessa. Io personalmente
attingo al mio vissuto, alla famiglia, alla mia comunità, alle mie esperienze,
alle mie amicizie. Per esempio personalmente non ritengo il neoRenzismo
sicuramente di Sinistra ed le vicende interne del PD, dimostrano ampiamente lo
scostamento da quello che è il neoRenzismo e ciò che generalmente si definisce
di sinistra. Dico questo, non per polemizzare o darmi arie da politico, ma perché
dovendo dare una bussola etico-culturale di dove si colloca F.I., i suoi valori
culturali ed etici, vedo più attinente un modello politico, più articolato del
semplice asse Destra-Sinistra che funzionava per partiti con forti basi
ideologiche, il diagramma di Nolan. Scomparsi partiti ideologici come
comunisti, democristiani, socialisti, radicali, oggi abbiamo una realtà
politica che occupa aree di opinione.
Questo modello mostra ciò che si considera "libertà
economica" (taglio delle tasse, libero mercato, riduzione della spesa
pubblica, privatizzazioni) sull'asse x e la "libertà personale"
(diritti civili e sociali, legalizzazione delle droghe, aborto, eutanasia,
ricerca scientifica, abolizione della leva militare) sull'asse y. Questo pone
progressisti, socialisti e comunisti nel quadrante a sinistra, in alto i
libertari, a destra conservatori e fascisti e in basso autoritari e
comunitaristi, ovvero populisti. Il tradizionale spettro destra-sinistra forma
una diagonale lungo il diagramma, con il nazifascismo e il comunismo sovietico
entrambi nell'angolo del quadrante populista. Questo solo per far capire che la
dicotomia Destra-Sinistra non riesce più a rappresentare la complessità
politica moderna, e mette in seria discussione i riferimenti culturali ed etici
della politica ideologica, oramai scomparsa. Un esempio chiaro è la presenza di non rari casi, soprattutto
sulla scena politica europea ed italiana, in cui le maggiori privatizzazioni
siano state realizzate effettivamente da partiti politici che economicamente si
dichiaravano “di sinistra”, mentre altri formalmente “di destra” si sono
collocati all’opposizione di tali politiche liberiste. Queste sono problematiche
comuni a tutti.
d- Enzo Campana mastica politica da anni. Come giudica la
Piazza Politica Cervinarese rispetto agli anni 90 e come vede il ricambio
generazionale?
r- Ho iniziato ha masticare politica intorno agli anni 90,
quando ancora liceale, seguivo mio zio Pasquale nelle sue campagne elettorali e
frequentavo il movimento giovanile della Democrazia Cristiana. Devo ammettere
che per noi giovani vedere quella generazione, quella classe politica in
azione, come si confrontava, come
litigava, come si riappacificava, come gestiva, rappresentava una esperienza
unica. E noi giovani non eravamo da meno. Ancora oggi, dopo tanti anni, quelle
situazioni ed esperienze riaffiorano e ci aiutano ad interpretare azioni e
situazioni politiche locali. Era una brillante palestra politica. Quello che si
è interrotto bruscamente è stato il passaggio di testimone di quelle due
generazioni a confronto. Questo ha provocato un vuoto dove l’opportunismo e la
improvvisazione la fatta da padrone. Ho sempre sostenuto e sostengo chi vuole
cimentarsi in politica, solo non credo che il ricambio generazionale debba
essere legato ad una semplice questione anagrafica. In ciò le responsabilità
dei partiti e notevole, perché oramai hanno abbandonato la formazione, hanno
abbandonato lo studio e le analisi tipiche di una scuola politica. Tutto è
demandato alle sensibilità personali.
d- Il sogno (politico) nel cassetto e la delusione più
cocente della tua vita di attivista?
r-Sogno politico: in realtà non ho un sogno politico. Partecipare
alle scelte che ricadono sulla ns realtà, avere la possibilità di essere al
servizio della comunità è già un grande privilegio.
La delusione: Non c’è qualcosa che rimpiango
particolarmente. Sono situazioni che a prescindere dal mio volere sono accadute
e che ricordo come esperienza per evitare di rifare gli stessi errori. Le
delusioni cocenti sono, per me , solo quelle che attengono alla vita familiare,
alla sfera personale o amicale.
d- Quali sono le prossime iniziative del vostro circolo
cittadino e in che rapporti siete con gli altri forzisti Caudini?
r-Stiamo cercando di rappresentare un’area su di un territorio
che vive la quasi mancanza di qualsiasi riferimento politico, la valle
caudina. In tal senso con gli altri club
caudini c’è stata una volontà comune di organizzarci con un coordinamento Valle
Caudina Irpino (Cervinara Rotondi e San Martino), proprio per essere
riferimento. Poi abbiamo voluto incontrarci con i cugini del Sannio per
verificare la possibilità di ritrovarci in una struttura unica che rappresenti
l’intera Valle.
Per ciò che riguarda
il lato Irpino il coordinamento si incontra già periodicamente confrontandosi
su problematiche che riguardano le ns comunità.
Un programma per il futuro del circolo cittadino non c’è
attualmente. Stiamo seguendo con attenzione l’evoluzione e la riorganizzazione
del partito ad ogni livello. Spero solo, e qui saremo intransigenti, di poter
partecipare alla riorganizzazione sul territorio del progetto politico di F.I.
d-Quanto incide la divisione tra le federazioni di
Avellino e Benevento? Un coordinamento Caudino di Forza Italia è un passaggio
fattibile?
r- Incide tanto. Molto dipenderà da come si evolveranno le
Province di Avellino e Benevento. Un coordinamento che raccolga le esperienze
dell’intera Valle in un unico soggetto plurale, sarebbe auspicabile. Basti
pensare al valore che potremmo portare in seno alla Città Caudina, al peso
specifico che un movimento del genere può esercitare in termini politici. Tutto
è fattibile ma ci vogliono volontà e senso della Politica, quella di servizio.
d- Infine, carta bianca per saluti, ringraziamenti, critiche, consigli, pernacchie o schiaffi…
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