NOI AD EL ALAMEIN
Lo Schiaffo321 ha tra gli obiettivi fondamentali la riscoperta della storia Caudina, in tutte le sue sfaccettature e contro gli stereotipi della massa superficiale e manipolata. La ricerca storica nei nostri “pezzi” parte dal 321 avanti Cristo, passando per le dominazioni dell’Impero Romano, fino ad arrivare al Brigantaggio del 1800, senza tralasciare la Prima e la Seconda guerra mondiale. Tutto secondo una logica Caudinocentrica. Proprio dall’ultimo conflitto abbiamo pescato una storia da brividi, che deve far riflettere sulla corretta informazione ed educazione popolare.
C’è un Caudino, un Cervinarese, tra i Combattenti caduti nella
gloriosa battaglia di El Alamein.
Il soldato Pietro Clemente lasciò la vita
terrena in uno scontro cruento nel Secondo conflitto mondiale. Le
nostre ricerche hanno prodotto dei risultati soddisfacenti.
La memoria storica
rientra nel percorso di unione della Valle Caudina, la Nuova Caudium, non solo
istituzionale.
Il ricordo comunitario è essenziale affinché si possa interpretare il passato in maniera alternativa e non menzognera. Il soldato Clemente è il simbolo dei tanti Caduti Caudini a difesa della Patria. Un'Italia che i superstiti non hanno mai più incontrato e vissuto, soprattutto dopo l’8 settembre 1943, giorno infausto per la nostra terra. Chi firmò quella infame resa incondizionata ai nemici, scritta ovviamente in inglese, scombussolò ed insanguinò, irrimediabilmente, un’intera generazione.
Il ricordo comunitario è essenziale affinché si possa interpretare il passato in maniera alternativa e non menzognera. Il soldato Clemente è il simbolo dei tanti Caduti Caudini a difesa della Patria. Un'Italia che i superstiti non hanno mai più incontrato e vissuto, soprattutto dopo l’8 settembre 1943, giorno infausto per la nostra terra. Chi firmò quella infame resa incondizionata ai nemici, scritta ovviamente in inglese, scombussolò ed insanguinò, irrimediabilmente, un’intera generazione.
In Africa, agli ordini dell’astuto Feldmaresciallo Rommel,
la famosa Volpe del deserto, c’era anche la stirpe dei guerrieri Caudini a
combattere in prima linea, nonostante la netta inferiorità numerica. Lottarono
come leoni in Egitto, tanto da spingere Bernardo Montgomery, il capo delle
milizie avversarie inglesi, a dire che Gli Italiani avrebbero vinto se avessero
avuto gli armamenti adatti.
In barba a chi etichetta tutti gli italiani vili e codardi.
La sconfitta a testa alta avvenne a causa dell'enorme disparità tra le forze in campo e soprattutto
per il sabotaggio degli alti vertici dell’esercito che puzzavano di Massoneria internazionale
e antinazionale. Una storia tutta da riscrivere e da portare a galla per
rendere, almeno, onore alle vittime sepolte nel deserto e dimenticate negli aridi cuori delle masse distratte.
Il nostro soldato Clemente è uno dei pochi a conoscere
almeno il ricordo dei parenti, grazie a Daniele Moretto. Daniele cura un sito
per le ricerche dei parenti, dei soldati dispersi, di informazioni generiche, di
fogli matricolari registro delle sepolture presso il sacrario di El Alamein. Un
sito, quattara.it, che parla chiaro: In queste pagine sono raccolti e si
raccoglieranno documenti e testimonianze, sia di attualità che storici,
relativi alle battaglie che si combatterono a nord di Qattara; sia di memorie,
con i racconti degli uomini che vi parteciparono; sia polemici, con ricerca e
analisi di come vennero presentati i fatti; sia di carattere documentale, con
bibliografie e quant'altro si ritiene possa essere di interesse per il lettore.
Queste pagine verranno aggiornate e aumentate man mano che ve ne sarà
l'occasione e il tempo, e naturalmente la collaborazione alla loro compilazione
è aperta a tutti i lettori.
Ecco la lettera di don Giampiero, Cervinarese, il nipote del
caduto Caudino.
“Gentilissimo Signor Moretto,
“Le scrivo in merito ad alcune notizie che ho appreso giorni
fa attraverso il Suo sito circa mio
nonno, morto nella seconda guerra mondiale. Finalmente dopo tanti anni, grazie
a Lei, sono riuscito ad avere informazioni precise circa la sua sepoltura nel
Sacrario militare italiano di El Alamein, di cui non ero a conoscenza. Le sarei
oltremodo grato se potesse aiutarmi ad avere
qualche notizia in più e magari la foto della lapide della sua
sepoltura. Il nome di mio nonno è Pietro Clemente e la sua data di morte è l'8
agosto del 1942.
Per aiutarLa ulteriormente nella ricerca Le faccio presente
che le notizie di sepoltura ad El Alamein di mio nonno le ho trovate, grazie al
Suo sito, e precisamente nell'elenco dei tumulati nel Sacrario militare, dove,
anche se non è riportata la data e il luogo di nascita, coincide la data di
morte, il 5 agosto del 1942. Mia nonna, non esprimendosi bene, diceva sempre
che mio nonno era morto a Marsa Matrouth (Le diceva Massamatrut!). Questa unica
notizia mi ha messo sulle tracce, che mi hanno portato ad El Alamein. Mio nonno
è nato a Cervinara (AV) il 20 giugno del 1920”.
Dopo l’8 settembre 1943 la situazione precipitò anche nei
ranghi dei prigionieri italiani, che vennero prima rinchiusi nei campi di
concentramento, anche in Palestina e successivamente imbarcati come bestie e rinchiusi nei Criminal Fascist’s
Camp sparsi in tutto il mondo.
Chi non volle perdere l’Onore resistette fino
alla fine del conflitto e oltre.
Quanti Caudini parteciparono a quella battaglia, oltre al
soldato Clemente, sepolto nell'imponente Sacrario?
Quanti, invece, vennero deportati nei Campi di
concentramento per chi non si piegava ideologicamente ai nemici AngloFrancoAmericaniSovietici?
Quanti sono i dispersi che non hanno più rivisto Cervinara,
San Martino Valle Caudina, Montesarchio, Airola, Roccabascerana o Moiano?
La lista è amaramente lunga. Per noi ha inizio la battaglia
della Memoria.
Per ora, PIETRO CLEMENTE PRESENTE!
scritto da Ponzio Telesino
danielemoretto@libero.it
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