RADICI CAUDINE
La città di Caudium, secondo la logica, sarebbe dovuta nascere lungo il percorso del fiume, al centro della valle. Infatti, i Caudini non avevano alcun motivo per doverla edificare a ridosso dei monti o delle colline, cosa che è avvenuta in epoche successive. Non dovevano allontanarsi dalla preziosa risorsa rappresentata dalla fonte d’acqua perché erano i padroni assoluti della valle ed avevano come confinanti ad est le tribù Sannite di Mefisia, l’odierna Benevento, a sud il Partenio degli Irpini, a nord le città Caudine di Telesia e Saticula e ad ovest il passo di Arpaia dove sembra che esistesse un fortino di difesa in località Caracciano tra Airola ed Arpaia.
Proprio lì fu ritrovata una fornace Sannita con dei reperti
legati alla lavorazione del ferro e probabilmente per la costruzione di armi.
Il ritrovamento avvenne durante i lavori di scavo dell'Enel. Solito amaro copione!
La ruspa demolì quasi tutto prima di avvisare la Sovrintendenza dei Beni
culturali, la quale al suo arrivo evitò di dichiarare l'interesse, appunto,
culturale e tutto finì sotto al traliccio dove attualmente si trova!
Detto ciò, anche il luogo della battaglia delle Forche Caudine
non dovrebbe essere l'odierna Forchia. Infatti, anche se i Romani, ingannati
dai Sanniti, erano convinti che tutti i guerrieri sanniti fossero accorsi a
Lucera, sembra inverosimile che decidessero di passare proprio per il centro di
Caudium con l'intera armata, se non altro per fare più in fretta.
Più probabile appare il sito individuato tra Sant'Agata dei
Goti e Moiano, sia per la contiguità con il fiume Isclero, sia per le
caratteristiche dei luoghi ancora oggi corrispondenti al racconto della
battaglia, sia per il percorso pedemontano, tutt'oggi esistente che avrebbe
permesso alle Legioni Romane di evitare Caudium, pur rimanendo a poca distanza
dalla possibilità di rifornirsi d'acqua.
Questa localizzazione lascerebbe la possibilità di avanzare
altre ipotesi sul perché quel luogo fosse ritenuto così sacro dai Sanniti,
tanto da seppellirci i propri morti. Tant’è che più di una tomba di guerriero è
stata rinvenuta in quell’area. Pressappoco nello stesso luogo, poco più a
valle, sono stati scoperti i resti di ville ed edifici Romani che fanno pensare
ad un insediamento Romano. Magari sarà stato scelto quel posto per cancellare
l'onta subita, ostentandone il possesso!
Più di uno studioso nel passato si è adoperato per
individuare il luogo della battaglia interpretando la descrizione fatta da Tito
Livio. Tanti i siti proposti dai ricercatori, qualcuno per campanilismo,
qualcuno perché forse non si sono preoccupati troppo di conoscere i luoghi di
persona. Una cosa è certa, la via Appia è molto successiva a tale evento. I Sanniti
erano guerrieri pastori e costruivano le loro città in prossimità dei fiumi perché
avevano la necessità di abbeverare gli animali, oltre che soddisfare le proprie
esigenze.
Infatti, tutte le città Sannite si trovano in prossimità di
fonti d'acqua. Per di più, la Valle Telesina e la Valle Caudina sono collegate
dal fiume Isclero che a Limatola converge nel Volturno. E’ facile immaginare
che la strada principale corresse lungo le sponde del fiume ed è probabile che
una numerosa armata di soldati e cavalli avesse bisogno di tanta acqua per
affrontare il lungo viaggio da Capua a Lucera. Quindi, anche se fosse esistita
un'altra strada che passasse per Arpaia, oltre che per i motivi detti prima, non
sarebbe stato altrettanto comodo reperire l’acqua, in quanto non vi passano
fiumi o rii importanti. In epoche successive, a conferma di ciò, furono creati
acquedotti che attingevano dall'Isclero per portare l'acqua a Maddaloni, Acerra
e Napoli (Carmignano). Senza dimenticare l'acquedotto Carolino, edificato per
portare l'acqua alla Reggia di Caserta, a dimostrazione che dal lato di
Sant'Agata dei Goti c'era e c'è acqua, mentre dal lato di Maddaloni e Arpaia
non c'è e non c'era la stessa preziosa disponibilità.
Dalla decadenza di Caudium sono successivamente nati i centri
urbani per nuove necessità, più a ridosso delle colline e dei monti. A
Sant'Agata dei Goti sono stati individuati reperti, colonne ed altro materiale,
prelevati dall'antica Saticula, divenuta colonia Romana che vennero riutilizzati
per la costruzione dei nuovi edifici. Si suppone che anche Caudium, una volta
abbandonata, sia divenuta una fonte di materiale edilizio per la costruzione dei
primi edifici dei centri più antichi come Montesarchio, Airola ed Arpaia.
Questa tesi sulla localizzazione
delle Forche Caudine, nella gola dell'Isclero tra Moiano e Sant'Agata, fu
avanzata nel XVII secolo dal geografo Filippo Cluverio. Tuttavia, come per le
altre ipotesi, sono in molti quelli che hanno trovato dei validi motivi per
smentire lo studioso. In particolare il ritrovamento di un'ampia necropoli Sannita, poco dopo la morte del Cluverio, che fu individuata fra l'abitato di
Sant'Agata dei Goti ed il Taburno.
Oggi si è convinti che in quella
zona, corrispondente all’odierna località Faggiano, si trovasse la roccaforte Sannita di Saticula e quindi le legioni Romane non avrebbero dovuto preferire
questo passaggio. Vi è però anche da dire che i reperti trovati sono per la
maggior parte di origine Romana e quindi relativi alla successiva
colonizzazione che probabilmente avrà dato urbanizzazione a quello che era solo
un fortino come quello di Arpaia!
Scritto da Airolano
Medio fu Ugo Trentuno
Nessun commento:
Posta un commento