NECROPOLI CAUDINE
I beni culturali costituiscono l’identità di un popolo,
minare il patrimonio archeologico, storico e artistico di una nazione significa
infliggere a quest’ultima una ferita permanente, producendo danni di assoluto
rilievo ben al di là della materiale perdita delle opere sottratte alla
fruibilità delle genti, indispensabili alle generazioni future per meglio
comprendere il filone storico, culturale e sociale da cui provengono.
Il
patrimonio culturale, quindi, quale espressione più alta del popolo che lo ha
creato, va tutelato da tutti i cittadini. Per comprendere l’importanza dell'immenso patrimonio storico
- artistico nazionale bisogna risalire all'eredità che ci hanno lasciato le
grandi civiltà del passato. Non solo quella romana, indubbiamente la più
importante, ma anche: gli Etruschi, i Sabini, gli Apuli, i Volsci, i Sanniti, i
Dauni, gli insediamenti greci nell’Italia Meridionale (Magna Grecia) gli Elymi,
etc., passando attraverso le grandi dominazioni barbariche dei Visigoti, gli
Ostrogoti, i Longobardi e le influenze orientaleggianti (bizantina e araba),
sino a giungere agli Stati pre-unitari, senza tralasciare il Rinascimento,
epoca particolarmente ricca di artisti di valenza mondiale. Queste straordinarie
testimonianze hanno reso l'Italia, oltre che la nazione più ricca in tutti i
campi dell'arte nelle sue più varie espressioni, anche l'unica nel mondo con la
più alta densità di beni culturali per chilometro quadrato, tanto da essere
considerata un museo a cielo aperto.
Queste non sono parole mie ma l’introduzione alla raccolta
di normative per i beni culturali scritta dal Comando Carabinieri Tutela
Patrimonio Culturale e consultabile sul gruppo Lo schiaffo 321 alla sezione
file.
Allora io continuo a chiedermi come sia possibile che tutte
le istituzione coinvolte, Comune di Moiano, Provincia di Benevento, Comunità
Montana del Taburno, Ministero delle belle Arti e senza minore responsabilità,
tutti i cittadini consapevoli possano lasciare in uno stato di abbandono e
degrado ciò che anche la legge obbliga a tutelare.
A tal riguardo risulta dubbio anche il comportamento degli
stessi “esperti” inviati dal ministero sul luogo del ritrovamento, in effetti si
sono comportati così come tutti i tombaroli che hanno nel tempo razziato il
territorio, tutti noi abbiamo almeno una volta sentito di ritrovamenti ai piedi
del Taburno nel territorio tra Moiano e Sant’Agata, nessuno di noi sa cosa sia
stato trovato, infatti i tombaroli cercano la tomba, ne prelevano il contenuto
e rinterrano, proprio come hanno fatto gli inviati dal ministero, hanno
prelevato i preziosi reperti (per portarli chissà dove con l’assoluta mancanza
di interesse del comune di Moiano) prelevato gli intonaci con i preziosi
affreschi, senza nemmeno preoccuparsi di scavare tutto intorno alle tombe,
questo con un motivo evidentissimo: dato che è certa la presenza di una
necropoli Sannita di grandi dimensioni, i tombaroli non hanno interesse a che ciò
diventi di interesse del Ministero in quanto non potrebbero più avere a
disposizione un serbatoio di tesori, chi è andato per conto del ministero sul
luogo si è dimostrato “disponibile” con chi aveva il solo interesse di portare
avanti il cantiere senza perdite di tempo.
Ma io mi chiedo, se a Fratte parlano
di necropoli Sannita, perché hanno rinvenuto due fila di mattoni in tufo, noi
che abbiamo tombe intatte e ancora da trovare perché non riusciamo a capire che
oltre all’interesse archeologico tutelato dalla Legge vi sarebbe un enorme
ritorno economico legato al turismo “Intellettuale” di studiosi e ricercatori e
il turismo di massa che in siti come Cerveteri si verificano da decenni! Questa
è una situazione che va denunciata! Anche mettendosi nei panni di chi ha
interessi opposti, con i mezzi attuali a disposizione, una volta ipotizzato il
tracciato della Fondo Valle Isclero di cui non intendo sminuire l’importanza,
non si poteva verificare con l’uso di un geo radar se lungo il percorso si
potevano trovare “ostacoli”?
Poco più avanti si sono trovati i resti di una
villa Romana, anche in questo caso il Ministero farà o ha già fatto finta di
niente?
Il caso del Vaso di Assteass dovrebbe spronare le autorità locali ad
aprire gli occhi, per una fortuita casualità si è saputo di quel ritrovamento,
ma sapete quante altre cose preziose saranno state ritrovate negli anni?
Oggi
il Ministero dovrebbe essere sollecitato dagli enti locali (che purtroppo sono
ancora amministrati in modo ignorante e senza alcuna programmazione o
ambizione) ad effettuare almeno delle ricerche superficiali a mezzo geo radar
nei luoghi circostanti i ritrovamenti, quello che è la paura “ignorante” sia di
chi possiede i terreni sia di chi li governa gli impedisce di godere di una
ricchezza sia economica che culturale, ma purtroppo non ne priva solo i
proprietari ma tutta la comunità per quanto riguarda il ritorno economico e
tutta l’umanità per quanto si attiene all’importanza storica e culturale di
queste testimonianze rarissime del popolo Sannita, popolo che ha rivestito una
importanza notevole anche nella formazione delle leggi e della società che poi
è stata plasmata dai Romani e che purtroppo non ha lasciato molte testimonianze
di sè oltre alle tombe e al suo contenuto!
Sarebbe il caso che si verificassero le relazioni fatte
dagli esperti inviati dal Ministero all’indomani del ritrovamento e che esito
ha dato la verifica di interesse culturale, se si scoprisse che l’esito non sia
stato positivo, ci troveremmo di fronte ad un colossale errore se non evidente
caso di abuso o corruzione.
Se invece l’esito è (come credo) stato positivo
sarebbe il caso di denunciare il Ministero e tutte le autorità obbligate per Legge alla tutela del sito!
scritto da Giuseppe Falzarano
foto Mariangela Caruso
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