mercoledì 5 agosto 2015

EMIGRAZIONE CAUDINA




NEOEMIGRANTE

Era l’Aprile del 2013 quando arrivai in Svizzera ed abbandonai definitivamente la Valle Caudina. Questa nuova nazione mi colpì subito. In Svizzera non ero arrivato per una questione di lavoro o roba del genere, bensì per questioni di cuore: la mia ragazza è nipote e figlia di Cervinaresi DOC, emigrati in Svizzera anche loro, ma molti anni fa.




Provo tanti rimorsi. Uno dei più grandi? E’ che avrei potuto continuare a dare battaglia per le cose giuste, contro le cose che non quadrano. Però in una nazione, l’Italietta, dove la maggior parte dei casi va avanti solo grazie alla “VITAMINA B” e dove non danno la possibilità ai giovani Italiani di esprimersi, non è che puoi fare più di tanto.
A Cervinara ero il responsabile del progetto Parco San Vito per la Cmc321. Una grande azione per un problema enorme. Il progetto PSV era molto interessante visto che puntava sull’aggregazione, sulla cura del verde, sui giovani e sulla sicurezza del PSV. Peccato, però, che quasi nessuno ci abbia creduto degli “altri”. La cosa importante è stato vedere lo spirito e l’amore verso la propria Terra dei militanti, anche se loro non abitavano in quella zona. La Cmc prese a cuore questo problema e mi ha fatto piacere rivederlo nel programma politico dei ragazzi. Per questo oggi vado sempre più fiero della mia piccola Comunità. Non dimenticherò mai chi era al mio fianco nel Progetto.


Permettete che vi dica una cosa. Essere emigrante non vuol dire restare a guardare passivamente. Una delle ultime volte che sono sceso, ad esempio, segnalai agli amici di UserTv, con delle immagini, una montagna di rifiuti tra i quali bidoni di pittura.
Qualcuno commentò scrivendo:“PULITE, E’ ARRIVATO LO SVIZZERO ITALIANO!“
'E ch vulimm parlà?!?
E’ per gente come questa che la MIA TERRA troverà difficoltà nel crescere!
Per noi Cervinaresi la FAMIGLIA viene prima di tutto ed è davvero difficile vivere lontano da essa. Appena ho un paio di giorni liberi non ci penso due volte e scendo. Si dice che con il passare del tempo il vuoto tenda a riempirsi. Invece, io non la penso così. Ogni volta che devo tornare e chiudo la valigia sembra sempre più brutto.
Grazie alla tecnologia li sento i miei e li vedo tutti i giorni. Non voglio pensare agli emigranti che partivano anni fa. E’ amaro ragionare su come si sentivano, con un cartone usato come valigia. Il più fortunato chiamava una volta al mese, mentre quello più sfortunato a malapena scriveva una lettera all’anno. La cosa che fa più male, ogni volta che scendo, è vedere aumentare le rughe sulle persone a me care. Non ci possiamo fare niente. 
E’ la vita fatta di sacrifici e rinunce, tipica di ogni EMIGRANTE.



I primi tempi in Svizzera sono stati un po’ duri, sia per la ricerca del lavoro, sia per la lingua, sia per la cultura (visto che la Svizzera è una nazione multietnica) e sia, per il loro, modo patriottico di pensare: se ti vedono buttare un foglio di carta per terra te li fai nemici. Ci tengono alle loro cose ed alla loro terra e non c’è una legge che non venga messa in atto.
Alla fine sta tutto a te nel saperti integrare. La prima cosa che devi fare per integrarti è studiare la lingua. Io ero molto motivato, perché mi dava fastidio non capire la gente. Questa sana rabbia mi ha dato stimoli per studiare il Tedesco.
Perciò ho frequentato vari corsi di tedesco ed ancora adesso ne sto facendo un altro, per integrarmi ancora meglio e per crearmi buone possibilità di fare qualcosa di utile per il futuro. Ho conosciuto molta gente che sta qui da 30 40 50 anni e a malapena sa qualche parola. Effettivamente, prima erano altri tempi.




Se per un momento ritorno con lo sguardo la mia Patria, vedo un’Italia in una situazione terribile. Sentire il telegiornale, ogni giorno, che dice “arrivano centinaia di immigrati in Italia” è davvero una vergogna. Io non attribuisco la colpa agli emigrati, perché quella povera gente parte dalla propria terra in cerca di un futuro migliore, in cerca di qualcosa da offrire ai propri figli, in cerca di pace. Per assurdo, tutto trovano tranne che la pace! La colpa è della casta al comando. Dietro a queste disgrazie c’è un mangia-mangia esagerato!
Avendo frequentato vari corsi di lingua tedesca, ho conosciuto molti ragazzi, padri e madri di varie nazionalità. Parlando con loro ho saputo come sono arrivati in Svizzera a chiedere asilo politico. Dialogando, ad ogni domanda, mi incuriosivo ancora di più. E’ importante sapere come erano arrivati in qui. Parecchi di loro mi hanno raccontato che sono arrivati sui gommoni sbarcati in Italia pagando una marea di soldi e nella maggior parte dei casi una buona parte degli emigranti ci ha rimesso o ci rimette la pelle.
La loro meta non è l’Italia. In Italia ci arrivano solo per sbarcare ed emigrare nel nord Europa e visto che l’Italia è la barzelletta dell’Europa la maggior parte di loro ci rimane perché gli altri paesi Europei non li accolgono. In Svizzera la situazione è diversa sul fronte accoglienza.
La Svizzera rispetto all’Italia sta 20 anni avanti, forse qualcosa anche di più. Sotto la bandiera rossa con la croce bianca entrano solo un tot di emigranti all’anno e più di quel tot non entrano. Il discorso è diverso per gli emigranti che appartengono all’Unione Europea. Io, ad esempio, per ricevere il permesso di soggiorno “B” (che vale 5 anni e può essere rinnovato solo una  volta, sempre se non hai commesso reati ed hai ancora un posto di lavoro a tempo indeterminato. Dopo di che ricevi il permesso “ C” che ogni dieci anni deve essere rinnovato) ho dovuto chiedere il permesso “ L “ che vale per un anno e serve per cercare lavoro. Può essere rinnovato solo una volta. Se non trovi lavoro sei tenuto a ritornare nella tua Nazione.
Penso spesso alla mia Terra d’origine e mi mancano un bel po’ di cose. Mi manca la mia famiglia, i miei amici, la mia Terra (a volte mi fermo e penso a quanto darei per bere un sorso d’acqua sulle Fontanelle), la vita di tutti i giorni, il calore della gente, le giornate in montagna organizzate da un momento all’altro per mangiare un’anguria di qualità.

Starei qui tutto il tempo a scrivere tutte le cose che mi mancano, ma una delle cose che mi manca di più è la mia amata Audax. Anche a 1200 km di distanza mi fa emozionare e mi fa soffrire; mi fa venire la pelle d’oca e mi fa bestemmiare. Le emozioni che mi ha fatto provare e mi fa provare ancora sono indimenticabili e indelebili. Ogni maledetta domenica, ogni maledetta partita ed ogni coro lanciato dal capo ultras mi sono rimasti impressi dentro. Il gruppo è una delle cose che mi ha lasciato un vuoto che non portò mai riempire. Solo chi ha provato certe emozioni potrà capirmi.
Cosa non mi manca affatto, invece, è la cattiva organizzazione dell’Italia in diversi ambiti. Non sento nostalgia delle montagne di rifiuti tossici nelle strade, non mi mancano le discariche abusive in montagna, né mi manca vedere cose, monumenti, piazzali e strade trascurate, ma soprattutto non mi manca respirare AMIANTO!


Ringrazio LoSchiaffo321 per lo spazio offerto con questa rubrica. Saluto calorosamente la Comunità Militante Caudina per il lavoro che sta portando avanti e per l’impegno che ci mettete. Un saluto speciale lo voglio fare agli Ultras Audax Cervinara e a tutti i diffidati che finalmente potranno seguire e sostenere, in tutti i sensi, l’Audax Cervinara.

Il consiglio che vorrei dare ad ogni Cervinarese è quello di amare la PROPRIA TERRA, apprezzandola e difendendola, senza permettere a nessuno di distruggerla. Qualche schiaffo morale lo voglio dare a tutte le persone che non credono nei giovani Cervinaresi. Così facendo li fanno emigrare in altre città oppure in altre nazioni in cerca di un futuro!
Date la possibilità ai giovani di tutta la Valle Caudina di esprimersi.
Non lasciateli scappare, non lasciate che la nostra Terra muoia!

Scritto da Andrea Agosto

Nessun commento:

Posta un commento