ANTONIO SACCO
La Comunità Militante Caudina 321, in occasione della
“Giornata Nazionale del Sacrificio del Lavoro Italiano nel Mondo”, ha esposto
uno striscione a Cervinara per onorare la memoria del piccolo Antonio Sacco, il
minatore sedicenne simbolo delle morti bianche dei compatrioti in Patria e
all’estero.
“Abbiamo scelto la frazione Valle di Cervinara – dichiara Valerio
Criscuoli fondatore della Cmc321 – perché proprio da lì Antonio Sacco partì per
cercare un riscatto, lasciando quell’Italia sbriciolata della seconda guerra
mondiale. Questa commemorazione nazionale è stata istituita in memoria della
tragedia di Marcinelle, in Belgio, -quando
crollò una miniera e persero la vita quasi 300 minatori, in maggioranza
Italiani. Tra i 262 caduti, purtroppo, c’era anche il piccolo Antonio Sacco,
Cervinarese emigrante che ha perso la vita alla tenera età di 16 anni. E’ lui
il simbolo di questa immane tragedia e Cervinara non dimentica i propri
martiri".
A distanza di 59 anni l’emigrazione dal territorio è ancora
una piaga da sconfiggere. Lo spopolamento di tutta la Valle Caudina deve essere
affrontato con criterio e determinazione. Non bisogna trascurare questo
fenomeno che blocca, di conseguenza, anche la crescita della Nuova Caudium.
La Cmc 321 invita le istituzioni, i partiti, i sindacati, i
movimenti e tutta la cittadinanza attiva a mobilitarsi e a riflettere non solo
in occasione delle commemorazioni ufficiali, bensì tutti i giorni:
“Si deve fare di più per il proletariato caudino. L’Unione
dei Comuni è chiamata a difendere le lavoratrici ed i lavoratori, che non sono
salvaguardati degnamente. C’è una perenne fuga di cervelli, cresce la
delocalizzazione di fabbriche all’estero, che danneggia la produzione sul
territorio e proprio la gioventù abbandona questa Terra in cerca di sicurezza e
servizi per il futuro delle rispettive famiglie”. Per la Cmc321 ricordare
Antonio Sacco significa, soprattutto, lottare tutto l’anno sul fronte sociale, partendo
dalla sicurezza sui luoghi di lavoro fino alla certezza del posto di lavoro. Serve
più formazione, più monitoraggio, più sindacalismo e più etica”.
il Direttivo Cmc321
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