REPLICA DI TADDEO
Lo Schiaffo 321 ha ricevuto una lettera elettronica da parte
di Massimo Taddeo, simbolo della Forza & Coraggio di Benevento. Prendiamo
le distanze nettamente dalle dichiarazioni del Presidente Mataluni in merito
alle dichiarazioni sul rapporto Amore & Odio tra i due “presidenti”.
Lo Schiaffo321 è estraneo a determinate supposizioni e pubblica il legittimo diritto di replica del Presidente Massimo Taddeo. Abbiamo raggiunto telefonicamente il signor Taddeo per chiarire la nostra posizione.
Lo Schiaffo321 è estraneo a determinate supposizioni e pubblica il legittimo diritto di replica del Presidente Massimo Taddeo. Abbiamo raggiunto telefonicamente il signor Taddeo per chiarire la nostra posizione.
Chiarita l’estraneità
del nostro spazio in rete, ringraziamo il Presidente Taddeo per l’elasticità e
il buonsenso dimostrato. Non dimentichiamo che Taddeo, di origini Cervinaresi, è
un amante del calcio e merita rispetto per i successi conquistati in campo.
Egregi Signori ,
sono Massimo Taddeo, noto con molto rammarico, che come
altri giornalisti locali (Valle Caudina) non concedete repliche a chi
vergognosamente viene attaccato da un tale Mataluni (ma chi è costui?) che ha
risposto ad una vostra domanda apparsa, oggi 24 luglio, sul portale Lo Schiaffo
321.
Lo stesso mette in evidenza la sua voglia di calcio vero e
lo fa gettando, senza motivo, fango e vomito, ma credo non ci si poteva
aspettare altro dal soggetto in questione, sul sottoscritto, aduso, a suo dire
, di aver vinto in modo "sporco".
Premesso che questa è l'ennesima provocazione del
personaggio, riconosciuto come presidente montesarchiano, ma continuo a non
riconoscere il soggetto, voglio avvisare voi e lui che provvederò a tutelare la
mia persona nelle sedi opportune.
Se dovessi raccontarvi di un certo Mataluni Biagio Flavio
conosciuto anni fa ne avrei di cose da dire ma mi astengo, lo voglio ignorare
perché la migliore offesa a certi personaggi è la noncuranza.
Grazie per l'attenzione e distinti saluti.
Massimo Taddeo.
Riportiamo il famoso articolo apparso su Fatto Quotidiano,
di qualche anno fa, per Le lettrici ed i lettori de Lo Schiaffo321 coloro che
non seguono le vicende sportive e ci scusiamo non essere intervenuti prima a causa di un intasamento della nostra posta elettronica.
Benevento, la storia della ‘Forza e Coraggio': dalla
parrocchia al calcio che conta (e ritorno)
Dopo una cavalcata vincente dalla seconda categoria alle
soglie del professionismo, il presidente della squadra sannita ha deciso di
ripartire dai campi di provincia per la mancanza di uno stadio. E si è messo a
far gol, perché in squadra gioca anche lui.
Dal campo dell’oratorio al calcio professionistico. E
ritorno, per forza di cose. E’ la storia quasi vera della Forza e Coraggio,
squadra del quartiere San Modesto di Benevento. Quasi vera perché tra i
professionisti la squadra del presidente Massimo Taddeo non ci è mai arrivata,
fermandosi sulla soglia della Lega Pro, senza varcarla. Tutto ha inizio nella
stagione 2005/2006, quando Taddeo, imprenditore col pallino del calcio, decide
di passare dal campo (era un calciatore dilettante col vizio del gol) alla
scrivania, prendendo la società nata intorno alla parrocchia di San Modesto,
appena ripescata in prima categoria.
Gli obiettivi sono subito chiari e la squadra, che come
tifosi ha solo mogli e amici di dirigenti e calciatori, stravince il campionato
e approda in Promozione. E’ l’inizio di una cavalcata inarrestabile. Il
presidente non si pone limiti, acquista i migliori calciatori sulla piazza senza
badare a spese, anche questa volta vince il campionato e approda in Eccellenza,
la massima serie del calcio regionale. Senza soci che contano (“In queste
dimensioni – racconta Taddeo a ilfattoquotidiano.it – l’idea prevalente è
quella di sfruttare i giovani calciatori per venderli e fare soldi, quindi ho
preferito fare da solo”) e con pochissimi aficionados, però, la Forza e
Coraggio è esclusivamente un investimento a perdere, che si basa solo sulla
passione per il calcio. Nonostante ciò, tuttavia, la stagione di Eccellenza
2007/2008 invece di essere un anno di ambientamento come nei programmi della
società rischia di diventare un’altra tappa della marcia (quasi) trionfale
della squadra beneventana. La Forza e Coraggio arriva sesta, sfiorando i playoff.
L’appuntamento è rimandato solo di un anno. Il campionato di
Eccellenza 2008/2009 per la squadra beneventana è un trionfo: vittoria del
torneo, promozione in Serie D e un trofeo in bacheca, ovvero la Coppa Italia di
categoria, conquistata ai danni del Gladiator. La quinta serie era l’obiettivo
massimo del presidente Taddeo: “Avevo in programma di arrivarci in quattro anni
– ha detto – ne sono bastati tre”. Ma l’ambizione di allontanarsi quanto più
possibile dalla dimensione del calcio da oratorio fa sì che la Forza e Coraggio
compia quasi un altro miracolo: da neopromossa arriva ai playoff per l’approdo
tra i professionisti, supera il Casarano in semifinale, ma perde la sfida
decisiva col fortissimo Pianura di Napoli.
La sconfitta, però, non smorza il sogno di arrivare nel
calcio che conta. La rosa allestita per la Serie D 2010/2011 è una corazzata,
fatta di giovani promettenti, provenienti da un vivaio ormai divenuto
competitivo anche a livello nazionale, e di calciatori più esperti provenienti
dalle categorie superiori. Nonostante gli 83 punti in campionato, laForza e
Coraggio non riesce a vincere il torneo, arrivando seconda alle spalle
dell’Ebolitana, dopo un derby perso anche per la componente ambientale di
Eboli, piazza molto calda, dove una squadra senza tifosi parte ovviamente con
l’handicap. Nel triangolare playoff, poi, solo un regolamento quantomeno
originale (in virtù del quale la Coppa disciplina conta più dei punti
totalizzati in campionato) tarpa le ali alla squadra di San Modesto, costretta a
rimandare il solito, prestigioso obiettivo: quello di arrivare tra i
professionisti.
Sogno rimandato, non cancellato.
Con le tante società oberate di debiti e per questo
costrette a rinunciare alla Lega Pro, infatti, una domanda di ripescaggio
presentata da una società virtuosa come la Forza e Coraggio, con alle spalle
due campionati di vertice, sarebbe tranquillamente accettata. La domanda,
tuttavia, non è stata mai presentata: a Benevento esiste un solo stadio
omologato per il calcio professionistico, il Ciro Vigorito, ed è gestito dal
Benevento, che milita nella Prima Divisione della Lega Pro. “Dopo vari colloqui
– spiega Taddeo – ho capito che non avremmo potuto avere lo stadio”. Non
volendo neanche prendere in considerazione l’idea di fare calcio in un’altra
città, arriva la drastica decisione del presidente: abbandonare gli sfarzi del
calcio che conta e tornare dove tutto aveva avuto inizio, in Seconda Categoria.
Non solo. Taddeo è tornato ad indossare di nuovo gli scarpini, a quasi
cinquant’anni.
La storia sembra essere ripartita alla grande: la Forza e
Coraggio è prima nel suo girone con quattordici vittorie su quattordici partite
giocate, e il presidente si è messo pure a segnare bellissimi gol. Ma non c’è
nessun nuovo sogno da inseguire: “Voglio vincere, è chiaro – dice Taddeo – ma
so bene che se arrivassi di nuovo a un passo dal calcio che conta avrei gli
stessi problemi, perciò navigo a vista”.
Senza stadio nemmeno una ex squadra
della parrocchia può cantar messe, perciò è meglio accantonare i miraggi ed
essere realisti: “Favole come quella del Chievo – conclude Taddeo – purtroppo
sono possibili solo al nord”.
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