FATTA CAUDIUM
Lavorare per la (ri)nascita del Popolo Caudino è il primo obiettivo che Lo Schiaffo 321 porta avanti. Con l'aiuto di tutti/e, indipendentemente da fazioni o rivalità, possiamo scrivere la futura storia di Caudium e non sprecare questa occasione,. Le divisioni passatiste servono a bene poco, bloccano la crescita del presente e oscurano il futuro.
Incontriamo il dottor Francesco Sorrentino, noto e dinamico esponente del Partito Democratico, nonché amministrato di maggioranza del comune di San Martino Valle Caudina. La redazione ha notato un suo particolare interessamento alla questione "Caudium" ed l'abbiamo intervistato.
Ringraziamo il signor Sorrentino per la disponibilità.
Buona lettura.
d- Salve dottor Sorrentino, è da tempo che seguiamo con
interesse le Sue interessanti proposte per la Nuova Caudium, specialmente
quella che propone un’unione dal basso, popolare e condivisa. Sarà un’impresa
ardua o i tempi iniziano a cambiare?
r- Aver costituito l’Unione è un primo importante risultato.
Storico. Si è messo un punto fermo. Bisogna riconoscere che questa volta ci
siamo riusciti. Abbiamo costruito il contenitore istituzionale. Ma ora bisogna
realizzare la “vera” integrazione: quella visibile, percepibile dai cittadini.
Che si traduce in servizi, crescita economica, occupazione, sviluppo.
d- La Valle Caudina unita potrebbe crescere a dismisura,
specialmente sul fronte dei servizi per i cittadini. Quali prospettive ci sono
a breve termine e come si dovranno portare avanti?
r- Come? Delegando funzioni, innanzitutto quelle strategiche
e di programmazione, ma non solo. Anche la gestione di quei servizi che non
sono efficienti se gestiti da piccoli e piccolissimi comuni come quelli
caudini. Per questo è utile una “costituente della città caudina” da tenersi in
autunno; vorremmo chiamarla “Unione dei comuni: La via Caudina alla comunità
intelligente”. Fatta di incontri tematici sulle questioni salienti:
“pianificazione e urbanistica della valle”, “ambiente”, “energia, sviluppo
economico, mobilita - trasporti e viabilità”, “government”, “servizi alle
persone”, che coinvolgano tutti gli amministratori dei comuni caudini che ci
vogliono stare. Non solo i consiglieri dell’Unione. Ma anche rappresentanti
delle altre istituzioni, esperti, studiosi, imprenditori, lavoratori, studenti,
uomini di cultura, associazioni, movimenti. Con uno scopo preciso: produrre
idee da sintetizzare un documento programmatico. Insomma condivisione. Di qui a
breve stabiliremo le date degli incontri e le questioni per avviare il dialogo
strutturato, inviteremo i partner istituzionali che ci affiancheranno in questo
lavoro e alcuni opinion leader da coinvolgere nei tavoli con il ruolo di
coordinatori. Immaginiamo di promuovere l’iniziativa anche tramite la rete con
la realizzazione di un sito ad hoc per l’evento e la possibilità di iscriversi
on line.
d- Invece, quali sono i problemi più gravi, a suo parere,
incontrati dalle istituzioni locali nel recente passato?
r- L’ostacolo maggiore alla integrazione della Valle è la
divisione in due province diverse. Ritengo che per la Valle Caudina il
superamento di queste istituzioni sia molto vantaggioso. Il danno prodotto in
termini di minore competitività rispetto alle altre aree interne della Campania
è incalcolabile. In generale i Comuni sono sottoposti ad una trasformazione
delle proprie finanze che ne ridisegna completamente il rapporto con il
cittadino-elettore. I trasferimenti dello Stato si sono ridotti notevolmente a
favore delle entrate dirette, frutto delle tassazione locale (Imu, Tasi, Tari, addizionale
Irpef). Oggi i comuni spendono le risorse che prelevano direttamente dai
residenti i quali diventano più attenti, perché vedono gli effetti della
gestione della cosa pubblica direttamente sulle proprie tasche. Gestire alcuni
servizi in maniera associata significa maggiore efficienza, riduzione dei
costi, meno tasse o servizi migliori.
d- In molti sono favorevoli e affascinati dallo sviluppo
caudino futuro. Altri, invece, invitano gli amministratori a non tralasciare
l’amara realtà e a risolvere problemi occupazionali e la crescente emigrazione
giovanile. Cosa può dirci a riguardo?
r-I comuni non hanno strumenti diretti per combattere la
crisi economica. Devono creare le condizioni per lo sviluppo del territorio. E
questo lo si può fare con altri attori economici: le imprese, la scuola,
l’università, gli altri enti territoriali (Regione in testa), promuovendo
un’idea di sviluppo per la quale la città Caudina ritorna in ballo come
possibile soluzione al problema.
d- Lei è un esponente del Partito Democratico nella “rossa”
San Martino. E’ cambiato il senso d’appartenenza ideologico negli ultimi anni?
r- Il Partito Democratico deve preservare i valori,
importanti, delle forze politiche progressiste e popolari, dalla cui unione ha
visto la luce. Deve superare le degenerazioni e le cattive abitudini che nel
tempo si sono sviluppate nei grandi partiti del passato, che ancora
costituiscono pericolose incrostazioni all’interno del PD e che rappresentano
una seria minaccia alla credibilità di un partito politico che rappresenta,
invece, una grande opportunità non solo per l’Italia, ma anche per il nostro
territorio.
d- Con l’Unione dei Comuni potrebbe nascere anche un
coordinamento unitario del Pd per la Valle o le fratture provinciali creano
problemi anche qui?
r- Fino a quando i partiti sono organizzati su base
provinciale per la Valle siamo di fronte all’ennesima penalizzazione. Il
coordinamento può nascere, deve nascere, ma è lasciato all’autonomia del
territorio. L’esistenza dell’Unione dei Comuni quale ente operante sul
territorio sprona i partiti a organizzarsi su base caudina.
d- Quanto pesano gli scandali nazionali di questi mesi sulle
attività territoriali del Partito Democratico?
r- Gli scandali pesano sulla politica in generale. Ritengo
che innanzitutto debbano pesare sulla coscienza di chi li ha determinati. Ma
chi amministra la cosa pubblica deve avere una moralità assoluta. E questo non
è principio di destra o di sinistra, dovrebbe essere una precondizione.
d- Capitolo “Migranti”. Immigrazione fa rima con
speculazione o con integrazione?
r- Parlo da amministratore di un comune che è chiamato a
dare la disponibilità all’accoglienza: le persone che arrivano vanno trattate
con umanità. Però, bisogna trovare un argine ai “migranti economici” che sono
cosa diversa dai rifugiati aventi diritto di asilo, ma queste decisioni le
devono prendere i capi di governo.
d- E’ favorevole alle unioni di fatto? San Martino davvero
potrebbe essere il primo comune caudino ad approvare le unioni civili tra
persone dello stesso sesso?
r- Sono favorevole alle unioni di fatto. Non lo sono circa
l’affidamento di bambini, ma penso che la competenza a decidere su queste
questioni spetti al Parlamento e non ai Comuni.
d- Servono nuovi giovani in politica o i politici dovrebbero
aggiornarsi e far tesoro dell’esperienza sul campo?
r- Serve competenza e impegno. Vanno bene i “giovani” che si
preparano e i “vecchi” che non smettono di aggiornarsi. In politica, come in
tutti i settori, servono i risultati e quindi amministratori competenti,
giovani o vecchi che siano.
d- San Martino tradizionalmente era un paese di
"sinistra" con una frangia "nera" molto attiva, ma c'era
rispetto reciproco tra le fazioni. Oggi sono tutti "liberal
democristiani" senza identità?
r- Visto che sono
impegnato in prima persona posso affermare che in generale c’è ancora rispetto
tra chi fa politica a San Martino. Le ideologie sono cambiate perché è cambiata
la società. In passato nel nostro paese c’erano le fabbriche, tanti operai,
quindi un Partito Comunista importante, ma anche i democristiani, sostenuti dai
contadini e dalla borghesia del dopoguerra. Oggi anche a San Martino i giovani
non trovano lavoro e le fabbriche del secolo scorso sono tutte chiuse. Gli
elettori sono confusi, sfiduciati e in tanti votano il Movimento Cinque Stelle.
Ma anche alcuni politici sono confusi.
d- L’onda del terremoto “rosa”, dopo le amministrative di
Cervinara e Montesarchio, arriverà anche a San Martino?
R-L’onda rosa è partita da San Martino. Perché tra gli otto
consiglieri eletti nella lista di maggioranza tre sono donne. Due hanno
ricoperto la carica di vicesindaco prima di me. Oggi il presidente del
consiglio comunale è donna. E la giunta è composta da due donne di cui una
esterna. Quindi, le donne in politica ci sono, senza l’obbligo di inserirle
come nei paesi come Montesarchio e Cervinara.
*foto Angelo Vacariello
Nessun commento:
Posta un commento