giovedì 9 luglio 2015

FIUME ISCLERO





SCLERO SENZA L'ISCLERO!


Quello che noi facciamo è solo una goccia nell'oceano ma se non lo facessimo l'oceano avrebbe una goccia in meno. (Madre Teresa di Calcutta)

L’Isclero, lo storico fiume Caudino, simbolo del degrado della Valle, risorge dal vergognoso inquinamento e dall’infame incuria nel lungo tratto che bagna Moiano e dintorni. 


La tenacia di un gruppo spontaneo di cittadini, nato in rete ed in piazza, è stata premiata e tutti uniti hanno vinto una piccola ed emozionante battaglia a difesa dell’ambiente. Domani ci sarà l’evento conclusivo di questa radicale e lunga pulizia non solo materiale, ma anche etica di un fiume dimenticato.
Caudium esulta e la redazione de Lo Schiaffo321, su suggerimento di signor Salvatore Pietrosanto che ringraziamo, ha incontrato l’ideatore di questo evento, il signor Adolfo Parrillo, storico cestista Caudino che ha calcato i parquet di mezza Italia nei suoi 25 anni di carriera.

“Il nostro è un gruppo di amici amanti della natura – dichiara Adolfo . Abbiamo pensato a questa iniziativa, sapendo di non essere i salvatori della Patria, ma siamo semplicemente quella goccia che tanto auspicava Madre Teresa. Il nostro mettersi all'opera ha la forte motivazione di smuovere le coscienze, per far tornare a risplendere il nostro meraviglioso fiume e con esso i vecchi sentieri di una volta”

Il progetto nato dalla voglia di riscatto per la graziosa Moiano, che fino ad ora, ha solo avuto promesse da troppi politicanti. Nel 2009 una pioggia di Euro avrebbe dovuto riqualificare il fiume, ma i risultati sono stati penosi. La pulizia di questi giorni, invece, non è costata nemmeno un euro, ci teniamo a sottolinearlo. E' tutta opera di quel volontariato locale, libero, deciso e romantico.
Purtroppo, non esiste un coordinamento in ambito territoriale. Per ora.
“L'invito principale è rivolto agli enti dai comuni alla provincia di Benevento- continua Adolfo-, ma in modo particolare, a chi senza particolari scrupoli ha fino ad oggi inquinato. Abbiamo delle risorse naturali favolose, nonostante la nostra incuria. La natura lotta per sopravvivere. Omaggiamola con l'impegno di tutti”.

La nobile iniziativa non finirà con la simbolica cerimonia di domani, bensì dovrà continuare in tutta la Valle Caudina. Lo Schiaffo321 e la Comunità Militante Caudina 321 sostengono l’azione di questi valorosi volontari di Moiano e lancia un appello a tutte le associazioni che operano nell’area Caudium, affinché si possa recuperare l’intero letto del fiume Caudino. Non resteremo indifferenti a questo chiaro messaggio che la Terra ci sta lanciando. Da Caudini abbiamo il dovere di difendere Caudium e di regalare l’Isclero pulito e in sicurezza ai nostri figli, i futuri cittadini della Nuova Unione dei Comuni della Valle Caudina.
Creiamo una rete attiva e trasversale a difesa dell’ambiente, con al centro proprio la rinascita del fiume Isclero, che dovrà essere il simbolo della reazione diretta del Popolo Caudino Unito.
Una lotta che dovrà incarnare lo spirito del Caudinismo.
Onore a chi ha portato a termine questo sogno ed ha aperto la strada a nuove prospettive. Questo è un vero e proprio schiaffo a tutti coloro che vivono Caudium in maniera passiva, disfattista e politicamente scellerata.


“Una goccia strappata dall'oceano perisce inutilmente. Se rimane parte dell'oceano, ne condivide la gloria di sorreggere una flotta di poderose navi”. (Mohandas Karamchand Gandhi)


L'EVENTO
La passeggiata tra il sentiero riscoperto

Vogliamo dedicare a tutti i cittadini il lavoro svolto in queste ultime settimane. Abbiamo riportato alla luce un vecchio sentiero e vogliamo ripercorrerlo insieme a voi.
Programma:
Ore 17,30 Raduno Località Tre Ponti
Ore 18,00 inizio percorso Punt o Ciesc
Ore 18,30 in cammino verso zona Mastu Marc
Ore 19,00 visita Cascata e mulino Mastu Marc
Ore 19,30 visita grande Cascata
Ore 20,00 ritorno con la "Braciata tra amici" Panino e salsiccia, spaghettata e tutto accompagnato da un ottimo vino rosso (tutto gratis perchè offerto dalle varie attività commerciali).
Ore 23 circa rientro (prevista navetta)

Dati tecnici:
Meta d'itinerario: And e Rit mt. 4.370
Dislivello: mt.150
Caratteristica del sentiero: Primi 790 mt sterrato, successivi 380 mt. asfalto, per poi percorrere ancora
1.010 mt in sterrato.

Lungo il percorso si può ammirare la bellezza del letto del fiume Isclero, con le sue cascate nella fitta vegetazione, 3 vecchi Mulini e una paratoia per incanalare l'acqua.

Fauna:
Oliveti, Vigneti, Castagno, Ciliegio, Noce, Fico, More, Quercia, Carpini, Cerri e Arbusti vari.

Flora:

Volpe, Riccio, Tasso, Rettili vari, Civetta, Corvo imperiale, Gazza ladra, Merlo e Pettirosso.



La Scheda: Isclero

L'Isclero è un fiume di circa 30 km di lunghezza, che attraversa le province di Avellino e Benevento.
Nasce nella valle Caudina, con direttrice Nord-Nord-Ovest, dalla confluenza di vari corsi d'acqua: valloni (a carattere torrentizio, discendenti dalle vicine montagne), e fossi (canali di convogliamento delle acque delle campagne), il Cola, il Querci, la Pirozza, la Conga e il Remescuso che vi si immettono in zona "Faenza", e poi il T. Carmignano, nel quale confluiscono, in zona "Cardito", il Castello, lo Ioffredo, il S.Gennaro (provenienti da Cervinara), il Fosso Ariello, il Fosso Torre (provenienti da Montesarchio), le cui sorgenti sono nell'area compresa fra cima Recuorvo (968 m s.l.m.) e il monte Pizzone (756 m s.l.m.). Tra i comuni di Bucciano ed Airola devia con decisione verso ovest, ricevendo come affluenti i torrenti Tesa (lungo 10 km) e Varco, provenienti da est, dalle zone pedemontane del Taburno e assume connotazioni stabili di fiume, ingrossando l'alveo e la portata d'acqua. Prosegue quindi il suo corso nella stretta di Moiano, per un alveo incassato tra rocce vive, e nel territorio di Sant'Agata de' Goti lambendone a nord l'abitato; qui riceve il tributo idrico dei torrenti Reullo e Martorano. Sfocia nel Volturno ad est di Limatola presso la frazione dell' Annunziata. Nella stretta tra Moiano e Sant'Agata de' Goti traeva origine un acquedotto (Acqua Giulia) che confluiva poi in quello del Carmigliano, e approvvigionava Napoli con le sue acque.

Storia
Il nome dell'Isclero deriva probabilmente dal termine basso latino isca od iscla ("piccola corrente d'acqua"). Nella linguistica neolatina il lessema latino, di epoca classica, insula «isola fluviale, lacustre e marina» in età tardo imperiale si era trasformato in iscla, attraverso le forme «isula-isla-iscla» . E da questa forma sono infatti derivati i nomi di varie località italiane chiamate Ischia, nonché «iska» in Sicilia "isola fluviale" e "terra irrigua", in Calabria "striscia boscosa e cespugliosa lungo un fiume", in Irpinia "terreno irriguo o presso l'acqua", in Trentino «iscia» "giuncheto".

Presso le sorgenti dell'Ofizzo e dell'Isclero, si ipotizza, si sarebbe trovato il campus aquosus nel quale si sarebbero accampati i Romani prima della sconfitta umiliante delle Forche Caudine nel 321 a.C. Ancora alla fine del Settecento era conosciuto col nome di "Faenza", nelle denominazioni delle cartografie reali del Regno di Napoli.

Fino all'inizio del secolo, lungo il suo corso, erano funzionanti numerosi mulini alimentati da canali di derivazione, paralleli al fiume. Tra i più importanti ricordiamo mulino Faenza (a due macine) in territorio di Paolisi, mulino Mastromarco (una macina) a Moiano, mulino Falco (due macine) recentemente restaurato in modo filologico a scopo didattico con la ricollocazione "in situ" dell'impianto di molitura e mulino Ferriera, nato addirittura come industria di lavorazione del ferro sotto Ferdinando IV di Borbone e poi convertito, prima in azienda di produzione elettrica, poi a mulino, a Sant'Agata de' Goti.

Il fiume, nella località "Castellone" sul confine dei comuni di Airola, Bucciano e Moiano, è scavalcato dal tracciato dell'acquedotto carolino -ovvero del Fizzo- che recava le acque di alimentazione per il Parco della Reggia di Caserta, con un poderoso ponte in tufo, a cinque arcate a tutto sesto, dedicato alla consorte di Carlo III di Borbone, Maria Amalia di Sassonia, recante una lapide di benemerenza ai sovrani, ed una seconda, aggiunta da Luigi Vanvitelli, alla salita al trono di Ferdinando IV.

Tratto da Wikipedia 

Nessun commento:

Posta un commento