mercoledì 24 giugno 2015

DONNE!




TERREMOTO ROSA

Il 23 novembre è una data legata indissolubilmente ai terremoti. Tutti ricordano il sisma del 1980 che devastò la nostra amata Irpinia, ma pochi sanno che il 23 novembre 2012 c’è stato un altro terremoto, stavolta politico. La parità di diritti politici delle Donne in Italia è sancita con la legge 23 novembre 2012, n. 215, che reca disposizioni volte a promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali. In poche parole le quote rosa, imposte dall’alto.


La Legge rosa è giusta, a nostro avviso. Il problema nasce dalla scarsa presenza di donne in campo quando le elezioni sono lontane. Questo limite evidente, però, può essere compensato dall’impegno e dalla professionalità di chi si ritrova catapultato in prima linea, soprattutto in questa fase delicata della politica nazionale. Osserviamo i risultati delle ultime amministrative vinte dal Sindaco uscente Filuccio Tangredi. Grazie alle misure mirate a rafforzare la presenza delle donne nelle amministrazioni c’è stato un vero e proprio terremoto per la classe politica al maschile. Visti i fallimenti oggettivi di lunghi anni di affari pubblici con i pantaloni, c’è da tirare un sospiro di sollievo. Le Donne ora possono dimostrare sul campo le loro capacità politiche, etiche e psicologiche al servizio del Popolo. Hanno salito le scale del Palazzaccio Rosso di Piazza Trescine, lasciando una scia di profumo e speranza, le seguenti donne a cui vanno i nostri complimenti: Caterina Lengua, Paola Pallotta, Anna Marro, Raffaella Cioffi e Veronica Spiotta, quest’ultima schierata nelle fila dell’opposizione, guidata dal dottor Vincenzo Iuliano. 
Lo Schiaffo 321 cercherà di intervistarle tutte per allacciare un rapporto diretto di fiducia e apertura al dialogo costruttivo, indipendentemente dai colori.

Lo Schiaffo 321 ribadisce le posizioni della Comunità Militante Caudina 321 prima del voto. La mercificazione della Donna è un ostacolo allo sviluppo della futura classe politica. Siamo contrari allo sfruttamento del Gentil Sesso, soprattutto in operazioni di facciata che possono celare loschi interessi. Le Donne hanno tutte le carte in regola per conquistarsi il legittimo spazio politico e non hanno bisogno di concessioni obbligate e mal digerite. Saremo pronti ad affiancare le future amministratici, che sono Donne, Mamme e Cittadine. Nel concreto siamo favorevoli a sportelli di denuncia sociale tutti al femminile, per poter coinvolgere continuamente le donne che fino ad ora sono state lontane dalla vita politica attiva. L’amministrazione Donna dovrà privilegiare le giovani madri Cervinaresi in difficoltà e inserirle nel mondo del lavoro.
Un altro terremoto, legato a quello elettorale, c’è stato nel mondo del calcio cervinarese. Patrizia Ragucci, giovane Donna figlia dell’Ingegner Giuseppe Ragucci, è la nuova Presidentessa onoraria dell’Audax Cervinara, compagine impegnata nel campionato di Promozione. Accolta con entusiasmo dall’esigente tifoseria, la Presidentessa affiancherà il vulcanico Joe Ricci e sono in molti a scommettere sulla vittoria finale del Cervo.

Lo Schiaffo 321 Vi porta all’attenzione 3 figure di donne che ci hanno lasciato e che devono far riflettere: Evita Peron, Raffaella Duelli e la mamma di Bologna che si è tolta la vita impiccandosi.
Nel 1947 Evita Perón fu la prima Donna a conquistare con tenacia l’uguaglianza dei diritti politici e civili tra gli uomini e le donne, con la famosa legge 13.010 approvata il 23 settembre. L’articolo 1 parla chiaro: le donne argentine hanno gli stessi diritti politici e obblighi che la legge argentina impone agli uomini. In Argentina il Peronismo rappresentò la terza via tra Socialismo e capitali$mo, scrivendo pagine importanti per lo stato sociale e per le Donne, grazie alla figura di Evita che resta indelebile nella memoria comunitaria. Le diatribe politiche dopo la fine dello justicialismo di Juan Domingo Peron non hanno intaccato la sua storia. Evita morì a soli trentatré anni, stroncata da un tumore. Il “pueblo descamisados” nutre, ancora oggi, un profondo rispetto per la figura dell’attrice sindacalista dal volto angelico e per la terza posizione del Peronismo da lei magistralmente interpretata in chiave rosa. Il 26 luglio creò il Partito Peronista Femminile che contava sulla militanza di oltre mezzo milione di Donne.
L’altra Donna appartiene al quel mondo goffamente censurato che ha vissuto la politica sotto le bombe e i proiettili della Seconda Guerra mondiale. Raffaella Duelli ci ha lasciato poco più di un mese fa, dopo anni di lotta, sofferenza e volontariato per l’Onore d’Italia. Schierata nel Battaglione Barbarigo della Decima Flottiglia Mas, agli ordini del comandante Junio Valerio Borghese, la dolce Raffaella è stata una delle tante Donne che ha versato sangue e subito violenze inaudite durante e dopo la sconfitta del 1945. Ausiliaria della Repubblica Sociale italiana, prima di arruolarsi era stata un’appassionata di arte e letteratura. Fu autrice di un’opera teatrale, “Il richiamo del cuore”, dedicata alla storia di una famiglia siciliana sotto i bombardamenti americani. Dopo la fine della guerra arrivò l’inizio della prigionia. Fu rinchiusa nei campi di concentramento per italiani, gestiti dagli angloamericani, in Umbria. Terni e Spoleto, per l’esattezza storica.
Lei la guerra la ricordava con estrema dolcezza, come riporta un sito dedicato alla memoria e alle memorie delle Ausiliarie: Un affresco di umanità che la riguarda, una pagina di un’umanità perduta che torna a comporre la memoria nazionale. “Raffaella Duelli, ausiliaria della Decima Mas, bambolotto di pezza azzurra, compagno delle notti infantili”, ha raccontato che “quando i colpi delle mitragliatrici si facevano vicini i ragazzi ci coprivano con il loro corpo, poi si alzavano, scusandosi, rossi in volto. Donne e uomini si stringevano gli uni agli altri, le mani nelle mani, ma in quegli abbracci e in quelle carezze di guerra non c’era sesso”.
Che la terra ti sia lieve, Donna esemplare.
La storia al femminile che ci spinge a riflettere è quella della mamma di Bologna che stanotte a quarantuno anni, strozzata dallo sfratto e dalla mancanza di lavoro, si è impiccata lasciando il marito e due figli di nove e dieci anni. Li ha messi a letto e dopo si è tolta la vita. Un gesto estremo che addolora tutti.
Tranne le banche e la schiera di cameriere e camerieri al loro servizio.
Lo Schiaffo 321 si stringe simbolicamente vicino a tutte le famiglie sventrate da lutti e tragedie legate alla crisi. C’è poco da aggiungere.

Oggi riponiamo la massima fiducia nelle Donne in politica, tenendo sempre a mente che la politica ha bisogno di…Politica e che i terremoti, a volte, sono necessari per la ricostruzione.

Scritto da Valerio_Criscuoli

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