MUSICA PER EVADERE
Il processo di anglo americanizzazione musicale è arrivato a
buon punto. L’ennesima iniziativa per i giovani detenuti campani rinchiusi nell’Istituto
caudino ha, però, fatto emergere un dato di fatto: la musica è un’arma per la
libertà dello spirito, sia essa americana, australiana, polacca o neomelodica.
Certo, avremmo preferito che invece della danza acrobatica afroamericana avessero ballato le tarantelle e le ‘ntrezzate, ma bisogna essere pratici e
fare buon viso a cattivo “game”, magari proponendo altre forme di musica per i progetti
futuri. Il pezzo sfornato, dedicato alla memoria di Pino Daniele, è un ottimo
risultato. Recuperare chi commette reati è il compito di questi istituti. In
una società abbastanza americanizzata è paradossale usare la loro arte per fare
uscire fuori la nostra. Riflettiamo. L’identità si preserva soprattutto quando
si individuano le contaminazioni forzate. Lo Schiaffo 321 analizza e sente l’esigenza
di spingere alla riflessione controcorrente le lettrici ed i lettori. Infatti, metteremo
goliardicamente in rosso le parole straniere. Complimenti a chi ha creduto nel
progetto, realizzato per donare anche un attimo di libertà alla Gioventù sbagliata.
Un
sonoro schiaffo a chi li emargina e li etichetta, condannandoli a vita.
(LoSchiaffo321)
L’associazione di volontariato You Dream di Altavilla Iprina
in collaborazione con l’Istituto Penale Minorile di Airola (Bn) ed i gruppi
Centro Storico e La Pankina Crew, hanno organizzato un laboratorio di scrittura
rap e break dance, con l’intento di far sfogare e tentare di riabilitare il
pensiero dei detenuti dell’istituto. Come tutti dovremo sapere, il vero rap
nasce come denuncia e riscatto sociale da parte di classi discriminate ed
impoverite dai "giganti del sistema”. Ogni rima scritta è il frutto del
disagio e delle situazioni vissute in prima persona da parte degli MC. Questo
concetto rapportato allo status del carcere minorile, è stato usato per far
scoprire ai ragazzi che hanno aderito al progetto, un potente mezzo di
comunicazione atto a veicolare un messaggio. Così come con la voce, lo stesso
anche con il corpo, dato che si è svolto contemporaneamente un laboratorio di
break dance dove i ragazzi hanno potuto assaporare questa cultura da un punto
di vista corporale. Il progetto è iniziato a gennaio 2015 e si è concluso ad aprile.
La scintilla negli occhi dei ragazzi, quando hanno messo le
cuffie ed hanno ascoltato la propria voce cavalcare la strumentale, è stata
un’emozione indescrivibile. La loro esperienza è stata accresciuta grazie ad un’arte che non avevano mai praticato e molto probabilmente sono stati distratti
in maniera positiva da questo corso, che li ha tenuti impegnati donandogli
delle speranze e facendo passare un po’ di luce attraverso le fredde sbarre
delle finestre.
Scritto da Fabio Moscatiello
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