EMERGENZA RIFIUTI E Colpevoli OMISSIONI...
Pubblichiamo un intervento di Franco Ortolani, ordinario di Geologia dell’Università Federico II di Napoli, inviato al forum di discussione interna dell’ateneo e rifiutato dal “moderatore”, come racconta lo stesso docente in una mail diffusa in Rete. Una censura che dimostra ancora una volta quanto sia spessa la cortina di silenzio che circonda la questione rifiuti in Campania.
Il professore non le manda certo a dire, chiamando in causa il mondo accademico napoletano che, irretito dalle promesse e dalle prebende della politica e dei poteri forti, si è reso di fatto complice delle nefandezze degli uomini della cupola politico-finanziaria campana.
“Sul territorio regionale - scrive il professore - sta succedendo di tutto, a causa dello scandalo rifiuti. E che fanno le Università (Rettori, Senati Accademici, Presidi di Facoltà…)? Ufficialmente fanno finta di non vedere e non sentire. Eppure sanno che la Campania sta precipitando sempre più in basso.
Sanno che la nostra regione è stata ed è ancora “terra da sfruttare” da parte di voraci sanguisughe che per 14 anni hanno volontariamente fatto aggravare lo “scandalo rifiuti” in base ad azioni promosse da vari governi nazionali e locali che hanno agito come se fossero “agli ordini” di potenti imprese italiane.
Ad esempio, alcuni docenti erano componenti della commissione che ha aggiudicato l’appalto alle imprese del gruppo Impregilo-Fiat per la realizzazione dell’inceneritore di Acerra, quasi ultimato in un’area già caratterizzata da un inquinamento ambientale superiore a quanto previsto per legge (sarà praticamente impossibile, pertanto, farlo funzionare dal momento che sono state disattese le prescrizioni del 2005 della Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente relative agli interventi da realizzare per diminuire l’inquinamento ambientale). Vari docenti, a titolo personale, si sono distinti per le loro collaborazioni ai Commissari di Governo assumendo anche incarichi di elevata responsabilità nelle costose ma infruttuose attività connesse al problema dei rifiuti.
Mentre si riscontra una disattenzione da parte dei vertici universitari, si registra una sempre crescente partecipazione alle vicende regionali da parte del personale dei vari atenei regionali, tra i più prestigiosi del Mediterraneo. C’è un desiderio sempre più sentito di contribuire istituzionalmente a risollevare la Campania.
Discutibili provvedimenti giuridici hanno mantenuto in vita il Commissariato Straordinario di Governo, vera e propria “isola franca” dove quasi tutto è stato possibile utilizzando le risorse finanziarie alimentate dalla tassazione dei cittadini. Come è possibile che una persona (il Commissario di Governo) possa eludere leggi dello Stato Italiano?
Come è possibile che i Governi Nazionali abbiano continuato a finanziare il Commissariato per 14 anni (e chissà ancora fino a quando) in nome di una programmata e istituzionalizzata emergenza? E’ stato tutto normale? Come evitare simili deviazioni in futuro? Può mai essere tollerata un’emergenza per un periodo superiore ad un massimo di 12 mesi?
Colleghi giuristi, a voi la palla. Per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti riciclati, dalla opzione “rifiuti zero” ai metodi di inertizzazione e incenerimento ormai consolidati, sicuramente gli ingegneri avranno già eseguito varie esperienze e altre sono in grado di avviare. Per quanto riguarda la pianificazione del territorio, credo che diversi piani sovracomunali siano stati calati in un ambiente “privo di rifiuti” e dei problemi reali ad essi connessi risultando così, astratti; non credo che abbiano considerato l’impatto socio-economico ed ambientale che, di fatto, sta determinando lo scandalo rifiuti. Una loro revisione ed adeguamento è cosa quanto mai necessaria! Rifiuti e salute dell’uomo, attualmente e nel futuro.
L’esperto di De Gennaro è venuto a spiegare quale sia, secondo lui, il reale stato dell’arte in Campania, dopo che il rapporto discarica-salute non è stato attentamente valutato attorno alla più grande discarica d’Italia (Pianura) da parte dell’Istituto Superiore di Sanità. Le varie Facoltà di Medicina e le strutture sanitarie regionali avranno certamente qualificati dati da esporre in modo da confermare o contraddire quanto asserito dal Dott. Greco. Discariche e attività agricole e zootecniche: che relazioni vi sono?
E’ normale che le pianure più fertili del Mediterraneo vengano disseminate di altre discariche, che quelle abusive non siano risanate e che le competenti istituzioni (civili e militari) non si siano ancora dotate di moderni ed efficaci strumenti di controllo satellitari in grado di monitorare H24 il territorio?
Le facoltà di Agraria e Veterinaria e di Scienze devono intervenire ufficialmente per fornire un quadro scientificamente corretto, per evitare errori di importanza strategica e dirompente per l’economia regionale. Discariche e ambiente: sembra un fatto normale che poche centinaia di metri sopra l’Oasi naturalistica di Persano e delle opere di prelievo idrico di 250 milioni di mc annui per l’irrigazione della Piana del Sele siano state realizzate ben due discariche regionali?
E che dire poi delle relazioni tra rifiuti e acque superficiali e sotterranee, specialmente nell’attuale periodo di transizione climatica?
Le Facoltà di Scienze possono fornire validi contributi atti a tutelare l’ambiente e le risorse naturali autoctone di importanza strategica. Non governo e malgoverno che in questi ultimi 14 anni hanno causato una devastazione circa le relazioni tra cittadini, amministratori locali e rappresentanti delle istituzioni sovracomunali nel senso che i campani non hanno più fiducia nei loro confronti. Si tenga presente che dopo 14 anni di Commissariato di Governo in Campania vi è una sola discarica attiva, a Macchia Soprana (Serre), fino alla prossima primavera. In Emilia Romagna, senza Commissario di Governo, vi sono 28 discariche attive.
Tale situazione rende, attualmente, difficilmente risolvibile una pacata soluzione dello smaltimento dei rifiuti. C’è un bel lavoro per i colleghi di Sociologia e Scienze Politiche, di analisi e didattica, prima di tutto nei riguardi degli amministratori sovracomunali. Tutti i colleghi universitari possono promuovere iniziative. E’ evidente che un intervento ufficiale e autonomo delle università avrebbe un significato immenso: i cittadini avrebbero un riferimento scientifico, al di sopra di ogni interesse, che attualmente manca. Colmare questo vuoto sarebbe un contributo significativo per uscire dalla crisi regionale”.
Un’analisi lucida, accorata ma allo stesso tempo dura ed impietosa quella del professor Ortolani, che è anche un importante contributo scientifico su un tema che il mondo accademico colpevolmente continua ad ignorare.