venerdì 29 febbraio 2008

Cervinara. Sta per partire il piano per lo smaltimento dell’amianto | RASSEGNA STAMPA


Attualità - Cervinara. Sta per partire il piano per lo smaltimento dell’amianto

Il Movimento Caudino No Amianto prende atto del passo in avanti che l’amministrazione comunale di Cervinara ha fatto per portare a termine il Piano di Smaltimento dell’amianto, con l’affissione di manifesti che invitano i cittadini a non disfarsi autonomamente dell’amianto.

Siamo, tuttavia, consapevoli che l’operazione di rimozione e smaltimento sarà abbastanza difficile e complicata. Noi continueremo nella nostra azione di informazione, formazione e reazione sulla problematica ambientale, che nelle sue mille sfaccettature, è una priorità nei confronti di tutta cittadinanza. Il nostro blog di denuncia continuerà ad essere a disposizione di tutti coloro che hanno a cuore il diritto alla salute.

Infine, ricordiamo agli interessati che la “Caccia al Tesoro”, dove si invitava la popolazione a partecipare direttamente con foto e filmati contro l’amianto, è ancora aperta. Posticipiamo, quindi, la data di chiusura a dicembre 2008, così facendo, avremo anche la possibilità di seguire costantemente le evoluzioni della guerra all’amianto e preparare, oltre al calendario di denuncia, anche manifestazioni e presidi su tutto il territorio della Valle Caudina.

Per ulteriori informazioni:

noamianto@libero.it

www.noamianto.blogspot.com

tratto da:

http://www.vallecaudina.net/attualita/cervinara-sta-per-partire-il-piano-per-lo-smaltimento-dellamianto.html

venerdì 29 febbraio 2008. Letture: 2840.

domenica 17 febbraio 2008

EMERGENZA RIFIUTI e COLPEVOLI OMISSIONI...

EMERGENZA RIFIUTI E Colpevoli OMISSIONI...

Pubblichiamo un intervento di Franco Ortolani, ordinario di Geologia dell’Università Federico II di Napoli, inviato al forum di discussione interna dell’ateneo e rifiutato dal “moderatore”, come racconta lo stesso docente in una mail diffusa in Rete. Una censura che dimostra ancora una volta quanto sia spessa la cortina di silenzio che circonda la questione rifiuti in Campania.

Il professore non le manda certo a dire, chiamando in causa il mondo accademico napoletano che, irretito dalle promesse e dalle prebende della politica e dei poteri forti, si è reso di fatto complice delle nefandezze degli uomini della cupola politico-finanziaria campana.

“Sul territorio regionale - scrive il professore - sta succedendo di tutto, a causa dello scandalo rifiuti. E che fanno le Università (Rettori, Senati Accademici, Presidi di Facoltà…)? Ufficialmente fanno finta di non vedere e non sentire. Eppure sanno che la Campania sta precipitando sempre più in basso.

Sanno che la nostra regione è stata ed è ancora “terra da sfruttare” da parte di voraci sanguisughe che per 14 anni hanno volontariamente fatto aggravare lo “scandalo rifiuti” in base ad azioni promosse da vari governi nazionali e locali che hanno agito come se fossero “agli ordini” di potenti imprese italiane.

Ad esempio, alcuni docenti erano componenti della commissione che ha aggiudicato l’appalto alle imprese del gruppo Impregilo-Fiat per la realizzazione dell’inceneritore di Acerra, quasi ultimato in un’area già caratterizzata da un inquinamento ambientale superiore a quanto previsto per legge (sarà praticamente impossibile, pertanto, farlo funzionare dal momento che sono state disattese le prescrizioni del 2005 della Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente relative agli interventi da realizzare per diminuire l’inquinamento ambientale). Vari docenti, a titolo personale, si sono distinti per le loro collaborazioni ai Commissari di Governo assumendo anche incarichi di elevata responsabilità nelle costose ma infruttuose attività connesse al problema dei rifiuti.

Mentre si riscontra una disattenzione da parte dei vertici universitari, si registra una sempre crescente partecipazione alle vicende regionali da parte del personale dei vari atenei regionali, tra i più prestigiosi del Mediterraneo. C’è un desiderio sempre più sentito di contribuire istituzionalmente a risollevare la Campania.

Discutibili provvedimenti giuridici hanno mantenuto in vita il Commissariato Straordinario di Governo, vera e propria “isola franca” dove quasi tutto è stato possibile utilizzando le risorse finanziarie alimentate dalla tassazione dei cittadini. Come è possibile che una persona (il Commissario di Governo) possa eludere leggi dello Stato Italiano?

Come è possibile che i Governi Nazionali abbiano continuato a finanziare il Commissariato per 14 anni (e chissà ancora fino a quando) in nome di una programmata e istituzionalizzata emergenza? E’ stato tutto normale? Come evitare simili deviazioni in futuro? Può mai essere tollerata un’emergenza per un periodo superiore ad un massimo di 12 mesi?

Colleghi giuristi, a voi la palla. Per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti riciclati, dalla opzione “rifiuti zero” ai metodi di inertizzazione e incenerimento ormai consolidati, sicuramente gli ingegneri avranno già eseguito varie esperienze e altre sono in grado di avviare. Per quanto riguarda la pianificazione del territorio, credo che diversi piani sovracomunali siano stati calati in un ambiente “privo di rifiuti” e dei problemi reali ad essi connessi risultando così, astratti; non credo che abbiano considerato l’impatto socio-economico ed ambientale che, di fatto, sta determinando lo scandalo rifiuti. Una loro revisione ed adeguamento è cosa quanto mai necessaria! Rifiuti e salute dell’uomo, attualmente e nel futuro.

L’esperto di De Gennaro è venuto a spiegare quale sia, secondo lui, il reale stato dell’arte in Campania, dopo che il rapporto discarica-salute non è stato attentamente valutato attorno alla più grande discarica d’Italia (Pianura) da parte dell’Istituto Superiore di Sanità. Le varie Facoltà di Medicina e le strutture sanitarie regionali avranno certamente qualificati dati da esporre in modo da confermare o contraddire quanto asserito dal Dott. Greco. Discariche e attività agricole e zootecniche: che relazioni vi sono?

E’ normale che le pianure più fertili del Mediterraneo vengano disseminate di altre discariche, che quelle abusive non siano risanate e che le competenti istituzioni (civili e militari) non si siano ancora dotate di moderni ed efficaci strumenti di controllo satellitari in grado di monitorare H24 il territorio?

Le facoltà di Agraria e Veterinaria e di Scienze devono intervenire ufficialmente per fornire un quadro scientificamente corretto, per evitare errori di importanza strategica e dirompente per l’economia regionale. Discariche e ambiente: sembra un fatto normale che poche centinaia di metri sopra l’Oasi naturalistica di Persano e delle opere di prelievo idrico di 250 milioni di mc annui per l’irrigazione della Piana del Sele siano state realizzate ben due discariche regionali?

E che dire poi delle relazioni tra rifiuti e acque superficiali e sotterranee, specialmente nell’attuale periodo di transizione climatica?

Le Facoltà di Scienze possono fornire validi contributi atti a tutelare l’ambiente e le risorse naturali autoctone di importanza strategica. Non governo e malgoverno che in questi ultimi 14 anni hanno causato una devastazione circa le relazioni tra cittadini, amministratori locali e rappresentanti delle istituzioni sovracomunali nel senso che i campani non hanno più fiducia nei loro confronti. Si tenga presente che dopo 14 anni di Commissariato di Governo in Campania vi è una sola discarica attiva, a Macchia Soprana (Serre), fino alla prossima primavera. In Emilia Romagna, senza Commissario di Governo, vi sono 28 discariche attive.

Tale situazione rende, attualmente, difficilmente risolvibile una pacata soluzione dello smaltimento dei rifiuti. C’è un bel lavoro per i colleghi di Sociologia e Scienze Politiche, di analisi e didattica, prima di tutto nei riguardi degli amministratori sovracomunali. Tutti i colleghi universitari possono promuovere iniziative. E’ evidente che un intervento ufficiale e autonomo delle università avrebbe un significato immenso: i cittadini avrebbero un riferimento scientifico, al di sopra di ogni interesse, che attualmente manca. Colmare questo vuoto sarebbe un contributo significativo per uscire dalla crisi regionale”.

Un’analisi lucida, accorata ma allo stesso tempo dura ed impietosa quella del professor Ortolani, che è anche un importante contributo scientifico su un tema che il mondo accademico colpevolmente continua ad ignorare.




domenica 20 gennaio 2008

BENVENUTI A MUNNEZZYLANDIA!



BENVENUTI A MUNNEZZYLANDIA!

Il 2008 si è aperto con la peggiore delle immagini. La nostra Campania affogata tra i rifiuti, blocchi stradali, scontri con le Forze dell'Ordine, la popolazione stanca di troppi anni di malagestione politica. L'aumento terrificante di casi di tumore, che stroncano giorno dopo giorno cittadini inconsapevoli del loro destino...Le chiacchiere si sprecano. Riflettiamo...

Né Destra Né Sinistra...AVANTI


lunedì 7 gennaio 2008

ACCA LARENTIA 1978-2008

ACCA LARENTIA 1978-2008

In via Acca Larentia c'è uno stanzone chiuso da una saracinesca grigia che sprofonda tra i palazzoni ancor più grigi del quartiere tuscolano. Un luogo anonimo, una via non certo degna del suo nome che evoca i leggendari natali di Roma. Negli anni '70 in quello stanzone c'era la sezione del MSI, una sezione tanto attiva da animare quel quartiere dai colori spenti. Il 7 gennaio del 1978 c’è una riunione del Fronte della Gioventù.

Si programmano attacchinaggi in zone diverse di Roma, così alcuni giovani decidono di andare. Nella sede restano Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e altri tre. Decidono di chiudere la sede e anche loro andranno a raggiungere i camerati a Piazza Risorgimento. Sono le sei di un pomeriggio che l'inverno impietoso ha già coperto di buio. Franco apre la porta blindata e la luce che trafila dalla sezione annuncia l'uscita dei giovani militanti. Ha 19 anni, è figlio di un impiegato e studia medicina, e muore raggiunto da due colpi alla testa, esplosi prima che se ne potesse accorgere, appena uscito dal locale.

Il corpo si accascia lasciando la sua scia di sangue ancora caldo sulla gelida porta della sezione, dietro di lui Francesco avrà coscienza della sua fine, tentando invano di fuggire verso la fine della via, dove c’è una scalinata, ma una raffica di mitra lo travolge colpendolo al torace. Cade anche lui. Francesco aveva solo 18 anni, era figlio di un operaio.

Gli altri tre giovani riescono a barricarsi nella sezione, benché uno di loro viene ferito ad un braccio. Sentono la furia omicida appena fuori dal locale, che come è venuta vigliaccamente se ne va con il favore delle tenebre. I soccorsi tardano ad arrivare, Francesco spegnerà i suoi sensi tra le braccia dei suoi Camerati, la sua vita invece si spegnerà poco prima dell'arrivo in sala operatoria.

Una mitraglietta Skorpion ha messo fine alle loro esistenze, ma la tragedia, che in futuro segnerà i cuori e il destino di molte vite, non ha ancora visto il suo ultimo e doloroso atto. Sul luogo giungono i militanti da tutta Roma, increduli e infusi di rabbia per l'ennesimo vigliacco atto. Guardano pieni di dolore il sangue dei loro camerati sparso in quell’ormai non più anonima via. Non curanti del dolore, i giornalisti della Rai forzano la porta della sezione e cercano di rubare le emozioni dei militanti missini.

Un operatore della televisione butta con sprezzo un mozzicone di sigaretta sulla pozza di sangue di Francesco. Come se gettata su benzina, quella sigaretta dà la scintilla che infiamma i giovani, seguono così disordini ed il capitano dei carabinieri Edoardo Sivori spara contro il gruppo di ragazzi ad altezza d'uomo, ad altezza d'uomo! Un altro innocente Camerata, Stefano Recchioni, di appena 19 anni avrà spenta la propria vita con una pallottola in testa. Cambia la regia, ma non la sprezzante brutalità.

La mano che ha ucciso Stefano è nota, il duplice omicidio di Franco e Francesco verrà rivendicato dai Nuclei Armati Contropotere Territoriale e le confessioni di una pentita, Livia Todini, hanno portato all'arresto di un infermiere che, il giorno dopo essere stato interrogato dai giudici, si toglie la vita in cella. Altri tre arrestati: Fulvio Turrini, Cesare Cavallari e Francesco de Martiis vengono assolti in primo grado "per insufficienza di prove", come pure Daniela Dolce, rimasta latitante.

Come tanti, troppi, che hanno bagnato con il sangue dei ragazzi di destra, una politica a colpi di P38 rimasta impunita, quando uccidere un fascista non era reato. I due giovani missini sono stati assassinati con una mitraglietta “Skorpion” la stessa che dieci anni dopo nel 1988 si scoprirà di aver firmato altri tre omicidi, marchiati dalle Brigate Rosse: quelli dell’economista Ezio Tarantelli, dell’ex sindaco di Firenze Lando Conti e del senatore Roberto Raffili. Prima di Acca Larentia la gioventù alternativa aveva mostrato la volontà di aprirsi all'esterno, sfidando a viso aperto la fracida partitocrazia, rispondendo con la politica alle intimidazioni armate dei "compagni" e all'impunità della giustizia e dei suoi alfieri scudocrociati.

Volontà stroncata da quel massacro, che regalerà giovani corpi e giovani menti alla lotta armata, vista come necessaria. Il punto di non ritorno, oltrepassato il quale la militanza non accettava più di essere carne da macello. La strategia del terrore ha trovato il tacito consenso, e forse anche la regia, nelle istituzioni, nei garanti della nostra patetica democrazia.

Quando ancora oggi è facile tenere in piedi il castello di menzogne su Ciavardini, ma è impossibile strappare al sole carioca Achille Lollo (uno dei responsabili materiali del rogo di Primavalle), Acca Larentia è una ferita lungi dal rimarginarsi. A Roma la volontà di intitolare una via alle vittime di quel massacro si è dovuta scontrare contro l'ostruzionismo comunista il cui unico gesto in via Acca Larenzia è stato quello di dare fuoco alla sezione, qualche anno fa...

FRANCO, FRANCESCO, STEFANO...

NEL VOSTRO RICORDO

LA NOSTRA LOTTA!