venerdì 16 aprile 1999

AL REFERENDUM DEL 18 APRILE VOTA SI! | MANIFESTO

Giovani per la democrazia diretta. Comitati referendari per il Sì

Il referendum abrogativo in Italia del 1999 si tenne il 18 aprile ed ebbe ad oggetto l'abolizione della quota proporzionale prevista dalla legge elettorale. Alla consultazione parteciparono il 49,6% degli elettori che si espressero per il "sì" al quesito (91,5%): erano circa 150 000 i voti mancanti per superare il quorum del 50%.

Azione Giovani Nucleo Valle Caudina 

giovedì 15 aprile 1999

Giovani per la democrazia diretta. 1999: la rivoluzione italiana si rimette in marcia.


Giovani per la democrazia diretta. Comitati referendari per il Sì1999: la rivoluzione italiana si rimette in marcia.

Con l'indizione del nuovo Referendum del 18 aprile contro le liste proporzionali si inaugura una stagione di profondo rinnovamento politico e di rinascita movimentista, intesa nel senso di una nuova partecipazione del popolo alla vita politica, che può a ragione essere definita la ripresa del cammino interrotto della rivoluzione italiana, che, seppellita la Prima Repubblica non ha ancora saputo compitamente dare vita alla Seconda.

Il senso immediato che traspare da questa proposta è sicuramente l'accelerazione dei processi di democrazia diretta e l'abbattimento di ogni tentativo di restaurazione partitocratica.

OLTRE IL SI: LE NECESSITA' DELL'ITALIA DEL 2000

1- Maggioritario a turno unico

La confusione che si è venuta a creare nel  passaggio dal proporzionale al sistema misto della Legge Mattarella ha creato innanzitutto la moltiplicazione dei partiti a puro scopo di accrescimento del potere interno alle coalizioni: i cosiddetti "cespugli". Pur senza atteggiamenti fideistici verso il sistema maggioritario, riteniamo che non si possa continuare in una situazione di scarsa chiarezza, ampia confusione e per di più gestita in seguito ad accordi più o meno alla luce del sole che contribuiscono a mantenere incertezza non solo prima ma soprattutto dopo il voto.

2- Elezioni primarie per scegliere i candidati al Parlamento

è naturale, che pensando ad un sistema elettorale maggioritario a turno unico, gli eccessi che una scelta radicale di questo tipo porta con sé, vengono eliminati solo dalla scelta dei candidati alle elezioni attraverso le primarie. E per essere più precisi le primarie aperte, sotto il controllo delle istituzioni, dove sono gli elettori di ciascun partito e schieramento a scegliere il proprio candidato e non gli accordi tra segreterie di partito, favorendo così il massimo della trasparenza unito al massimo della partecipazione popolare alla vita politica.

3- Elezione diretta del Premier

è questo l'obiettivo più alto a cui tendere. Non si può più rinviare. Gli Italiani hanno il sacrosanto diritto di scegliere direttamente, con lo strumento democratico del voto, da chi farsi governare per la durata di una intera legislatura, senza ribaltoni di nessun tipo e a debita distanza da tutta quella serie di accordi sottobanco e patti fatti in casa che, a tutt'oggi rappresentano il malcostume di una classe dirigente politica "figlia legittima" della Prima Repubblica.

Azione Giovani Nucleo Valle Caudina